Dopo aver interpretato Maria Martini in Un medico in famiglia per nove stagioni, Margot Sikabonyi ha deciso di allontanarsi dalla celebrità per riconnettersi con la natura. Ora insegna yoga e condivide riflessioni sulla centratura spirituale, anche se non ha abbandonato del tutto la carriera da attrice: “Perché scegliere? Ogni attore deve fare un percorso olistico di centratura, se no finisce in overdose in una stanza da solo”. In un’intervista recente, Sikabonyi ha raccontato il peso del successo precoce: “Arrivavano offerte, il salumiere non mi faceva pagare la merenda. Ma non trovavo gioia in niente. Appena ho avuto 18 anni, sono scappata, cercando qualcosa, non sapevo cosa”.
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La relazione con Pietro Sermonti è stato un altro capitolo importante per l’attrice. Innamoratisi sul set, la loro relazione è durata sei anni e non sono mancate le difficoltà: “Giravo scene romantiche quando avrei voluto dargli capocciate”, racconta. Successivamente, Sikabonyi è stata legata a Jacopo Lupi, da cui ha avuto due figli, ma la loro storia è finita in un doloroso divorzio: “Il momento più duro della mia vita è stato il divorzio, il castello della famiglia che crolla, prendersi la responsabilità di non fingere che va tutto bene”.
La fama ha avuto un impatto profondo sulla sua autostima: “Non mi sentivo all’altezza, avevo la sindrome dell’impostore. Mio padre è morto mentre ero sul set, avevo 15 anni, non vedevo gli amici perché non andavo a scuola e gli insegnanti venivano in camerino. Sentivo falsità attorno a me”.
Per trovare un nuovo equilibrio, Sikabonyi ha viaggiato, esplorando discipline olistiche come lo yoga: “Il percorso yogico è iniziato con la morte di mio padre e, nel 2008, sono diventata insegnante. Alle Hawaii ho incontrato i primi sciamani, a Bali ho fatto percorsi di yoga con sciamanesimo e meditazione”. Ha anche esplorato la psicoterapia bioenergetica, trovando sollievo in pratiche come i bagni di calendula che le hanno offerto visioni rivelatrici.
Il momento più profondo di connessione spirituale è arrivato dopo la separazione: “In una Milano non mia, con due bimbi, sono entrata in chiesa, anche se non sono cattolica. Ho iniziato a pregare senza sapere di farlo, cercando conforto. Una sera, ho sentito una presenza forte, come un angelo che mi metteva le mani sulle spalle per proteggermi. Dopo quell’episodio, non sono più stata la stessa”.