L’influenza australiana, causata dalla variante H3N2 del virus influenzale A, è già stata rilevata anche in Italia e può colpire persone di tutte le età, compresi i neonati. La dottoressa Claudia Tagliabue, pediatra specialista del Policlinico di Milano, ha spiegato i rischi e le modalità di prevenzione per i bambini, suggerendo la vaccinazione come strumento fondamentale, specialmente in vista di una stagione influenzale.
“La sintomatologia dell’influenza australiana, soprattutto per i bambini è sovrapponibile a quella provocata dagli altri sottotipi di Influenza A e anche da altri virus quali i parainfluenzali, che stanno circolando dall’inizio di settembre. Tra i sintomi infatti ci sono stanchezza, febbre, malessere, dolori muscolari e ossei, problemi all’apparato respiratorio e gastro-intestinale e poi mal di gola, tosse secca e rinite. Ma in alcuni casi si distingue per: insorgenza brusca della febbre ( oltre i 38°C) , presenza di almeno un sintomo generale come dolore muscolare o articolare, e presenza di almeno un sintomo respiratorio. Nei bambini, in particolare i più piccoli, vi può essere anche poca febbre, associata ad irritabilità e pianto e diarrea” così la dottoressa Tagliablue.
Questi sintomi sono simili a quelli di altre influenze e dei virus parainfluenzali che circolano nel periodo autunnale, ma l’influenza H3N2 può presentare una febbre più intensa e un coinvolgimento respiratorio o muscolare accentuato. Nei bambini, le convulsioni febbrili possono comparire a causa dell’alta febbre associata al virus.
Il vaccino antinfluenzale quadrivalente, che copre i sottotipi H1N1 e H3N2 di influenza A e due sottotipi di influenza B, è il metodo di prevenzione più efficace e può essere somministrato a partire dai 6 mesi di età. Per i bambini troppo piccoli per essere vaccinati, si raccomanda la vaccinazione dei familiari e di tutti coloro che se ne prendono cura. La dottoressa ha poi sottolineato come sia importante anche la vaccinazione antinfluenzale in gravidanza: “In particolare per le donne che sono nel terzo trimestre in corso di stagione influenzale è raccomandata. È importante, dopo averne parlato con il proprio ginecologo o medico di base, rivolgersi ai centri vaccinali e ai consultori di zona per ricevere il vaccino contro l’influenza, che viene iniettato in unica dose intramuscolare. Il vaccino non ha infatti controindicazioni specifiche e non da sintomi collaterali diversi rispetto a quelli della popolazione generale nelle donne in gravidanza. Vaccinarsi è fondamentale per il bambino che verrà al mondo durante la stagione influenzale, perché la mamma passa al nascituro gli anticorpi attraverso la barriera placentare e al neonato attraverso il latte materno se decide di allattare”.
Cosa fare se contagiati
“La sintomatologia è sovrapponibile a quella di altri virus influenzali, dunque il trattamento è con sintomatici, antipiretici, antidolorifici, reidratanti orali se i sintomi sono gastrointestinali. Il sospetto maggiore nasce se il bimbo ha uno di questi sintomi e non è stato vaccinato. Nella maggior parte dei casi la gestione è domiciliare e con valutazione tramite pediatra di famiglia e non richiede assistenza ospedaliera” così ha concluso la dottoressa.