Una capotreno di 48 anni è stata aggredita ieri sera su un treno della linea Milano-Mortara mentre il convoglio stava per arrivare alla stazione di destinazione. La donna, intervenuta per chiedere a un passeggero di spegnere la sigaretta, è stata colpita con uno schiaffo dal giovane, il quale, dopo l’alterco, è riuscito a fuggire scendendo alla fermata di Mortara. Nonostante la chiamata al 112, all’arrivo dei carabinieri l’aggressore si era già dileguato, sottolineando ancora una volta la criticità della situazione sicurezza sui mezzi di Trenord.
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Cresce l’allarme per la sicurezza
L’episodio si inserisce in un trend allarmante: i sindacati denunciano un costante aumento delle aggressioni al personale ferroviario, con 44 casi segnalati soltanto nel 2023. A parlare è Christian Colmegna, segretario regionale della Fit-Cisl Lombardia, che ha dichiarato all’Adnkronos: “Stiamo affrontando una situazione in cui si verificano aggressioni fisiche e verbali, oltre a danneggiamenti del materiale ferroviario”.
Colmegna sottolinea come si stia pensando a misure specifiche per affrontare la questione. Tra queste, l’introduzione di squadre di supporto per i capotreno e l’uso di bodycam per la registrazione degli episodi, strumenti che potrebbero avere un ruolo dissuasivo. Tuttavia, il sindacalista punta il dito anche contro la carenza di deterrenza legale nei confronti degli aggressori: “Spesso, chi viene fermato per un’aggressione viene rilasciato subito, senza misure restrittive efficaci”.
Il paradosso della libertà immediata per gli aggressori
Colmegna racconta un caso emblematico di un capotreno che, aggredito durante il viaggio di andata, ha rivisto lo stesso aggressore poche ore dopo, subendo una seconda aggressione sul treno di ritorno. “Queste situazioni paradossali – spiega – evidenziano un grave problema di sicurezza per chi lavora sui convogli, poiché l’assenza di misure restrittive immediate crea un clima di paura e insicurezza tra il personale”.
