L’inviato de Le Iene, Nicolò De Devitiis, ha vissuto momenti di paura quando è stato aggredito in maniera violenta con calci e pugni da un tassista romano. De Vitiis si aggirava da qualche giorno nella zona della stazione Termini di Roma. In una occasione, in via Giolitti, ha provato a far notare a un tassista di essere parcheggiato in divieto di sosta, lontano dalla regolare zona di stallo assegnata. L’area riservata ai taxi, infatti, si trova nel piazzale antistante la stazione, quindi chi vuole fare il furbo, evitando di mettersi in coda con i colleghi, si mette nelle uscite laterali in sosta vietata.
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E proprio da quel posto il tassista ‘pizzicato’ dall’inviato de Le Iene rimediava i suoi clienti. Dopo il primo intervento di De Vitiis, il tassista gli ordina con fare intimidatorio di andarsene, andandogli incontro e colpendolo con ripetuti calci, schiaffi e pugni. Il tutto sotto gli occhi dei numerosi passanti. Le accuse del programma di Italia 1 contro i tassisti vanno comunque avanti da tempo: richiederebbero somme non dovute, ruberebbero sul resto, non userebbero il pos come metodo di pagamento in modo da poter evadere le tasse, farebbero salire più clienti chiedendo ad ognuno di pagare la corsa per intero o rifiuterebbero le corse per loro meno convenienti.
La rivelazione del poliziotto: “Comandano loro”
A raccontare la situazione che si vive nella Capitale è un agente in borghese della squadra vetture della polizia municipale di Roma. “Comandano loro, perché politicamente sono più forti. – confessa apertamente il poliziotto – Politicamente perché votano compatti sempre. Tutte le associazioni di categoria fanno pressione sul politico di turno. Per questo fanno come gli pare. I tassisti fanno come gli pare perché non vengono prese le sanzioni per la sosta lì fuori dallo stallo, dovrebbero prendere il provvedimento della sospensione alla Camera di Commercio.
“Perché non lo prende? – prosegue l’agente – Perché siccome non capisce la legge, non lo prende il provvedimento, non lo fa e basta. Rapporto amministrativo, sospensione dal ruolo per un mese, quindi impossibilità di lavorare per un mese, non lo fanno perché non sanno come applicare la sanzione. È tutto nero. Perciò non vogliono pagare con il pos. Per quello il dipartimento fa parecchie sospensioni però mettono in conto pure quello perché tanto so’ ottomila, quaranta noi ma quanti ne possono arrivare? Quante volte ti può succedere? Una volta? Due? Metti in conto che cinque giorni ti riposi, perché la sospensione è cinque giorni”.
“Fanno ricorso domiciliandosi presso un altro posto, anche presso un avvocato, ma senza procura. Quindi in questi casi il sistema manda l’avviso a casa del tassista. Il tassista non la ritira perché l’audizione doveva essere mandata dall’altra parte. Gli vai d’ordinanza ingiunzione. Perché non s’è presentato all’audizione, lui va dal giudice di pace e dice ‘ma io stavo domiciliato qui e non m’è arrivato niente’ e l’avvocato dice ‘a me non m’è arrivato niente’. Perciò annullato il verbale. Noi alla fine siamo pure un po’ stanchi”, conclude rassegnato.