Il dialogo sulla Legge di Bilancio e la posizione dei sindacati
Si è concluso dopo oltre cinque ore di confronto, l’incontro tra il governo e i rappresentanti sindacali sulla nuova legge di bilancio. La riunione, tenutasi a Palazzo Chigi, è stata presieduta dalla premier Giorgia Meloni, affiancata dal vicepremier Antonio Tajani e da alcuni ministri chiave come Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze), Marina Calderone (Lavoro e Politiche Sociali), Orazio Schillaci (Salute), oltre ai rappresentanti di tutte le principali sigle sindacali italiane, tra cui Cgil e Uil. Nonostante il lungo confronto, l’esito del tavolo non ha soddisfatto le richieste dei sindacati, con la Cgil e la Uil che hanno confermato lo sciopero generale contro la manovra. A comunicarlo sono stati i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri al termine della riunione, ribadendo la necessità di un intervento radicale che vada a riformare la manovra.
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Durante l’incontro, Meloni ha dichiarato l’impegno del governo a “concentrare le risorse su alcune priorità fondamentali”, con l’obiettivo di mantenere i conti pubblici in ordine e promuovere una crescita duratura. Meloni ha sottolineato la differenza rispetto ai governi precedenti, spesso orientati a misure immediate per raccogliere consenso, lasciando però alle generazioni successive un’eredità di debiti e difficoltà nei conti pubblici. La premier ha poi evidenziato come questo governo sia riuscito a coinvolgere le banche e le assicurazioni nel finanziamento della legge di bilancio, considerandolo un “grande cambiamento rispetto al passato”. Ha inoltre ribadito l’intenzione di rendere strutturale la riduzione delle aliquote Irpef, portandole da quattro a tre e intervenendo eventualmente anche sugli scaglioni successivi, in base alle risorse disponibili.
Le critiche dei sindacati
I sindacati, tuttavia, hanno espresso forti riserve. Maurizio Landini della Cgil ha dichiarato che “c’è bisogno di un cambiamento radicale di questa manovra” e che i fondi dovrebbero essere recuperati “dove sono”, criticando l’assenza di un reale confronto con le organizzazioni sindacali. Anche il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha sottolineato come la manovra non offra soluzioni sufficienti per contrastare la perdita del potere d’acquisto per chi vive di salari e pensioni. Secondo Bombardieri, sarebbe stato possibile prevedere misure concrete come la detassazione degli aumenti contrattuali e l’incentivazione della contrattazione di secondo livello. Dal canto suo, Luigi Sbarra della Cisl ha chiesto specifici emendamenti per migliorare il testo della manovra, in particolare sull’incremento delle pensioni minime e il sostegno al settore scolastico e alla ricerca. Per Sbarra, la manovra rappresenta solo l’inizio di un percorso che dovrebbe portare a un “accordo tra parti sociali e istituzioni” per rilanciare l’economia e garantire coesione sociale.
L’incontro, pur segnando un passo nel dialogo tra governo e sindacati, ha dimostrato la distanza tra le parti. La conferma dello sciopero generale da parte di Cgil e Uil evidenzia il clima di tensione e il bisogno di ulteriori confronti. Resta da vedere se, nelle prossime settimane, il governo riuscirà a trovare un punto di mediazione con le istanze sindacali per assicurare una maggiore coesione e tranquillità sociale sul fronte economico e del lavoro in Italia.