Frank Auerbach ci ha lasciato a 93 anni, nella sua casa di Londra, dopo una vita dedicata all’arte e al ritratto dell’umanità. Auerbach è stato uno dei più grandi pittori della nostra epoca, tanto da vincere il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1986, un riconoscimento che l’ha consacrato a livello internazionale. La sua arte, intensa e potente, ha raccontato in modo unico la realtà urbana e l’animo umano, conquistando pubblico e critica.
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I primi anni e l’esordio nel mondo dell’arte
Nato a Berlino nel 1931, Auerbach ha vissuto gli anni bui del nazismo. Nel 1939, ancora bambino, arriva in Inghilterra come rifugiato, fuggendo dalla Germania nazista. Da quel momento, Londra diventa la sua casa e il suo rifugio. La passione per la pittura sboccia nella capitale inglese, dove inizia a studiare seriamente arte dal 1948. Frequenta la St Martin’s School of Art e poi il prestigioso Royal College of Art, e sviluppa uno stile unico, riconoscibile per la sua intensità e per la potenza del tratto.
Dal 1954, Auerbach si stabilisce in uno studio a nord di Londra, e da lì non si muove più. Quel luogo diventa il centro della sua produzione artistica, una vera fucina creativa dove crea e ricrea i soggetti che più ama: persone a lui vicine e scorci della Londra urbana. Non abbandona mai il suo stile espressionista, capace di imprimere su tela la forza di emozioni e storie che parlano a chi osserva. Ritrae più volte le stesse persone e gli stessi paesaggi, quasi a voler cogliere ogni dettaglio di ciò che vede e sente. Le sue opere esprimono una sorta di ossessione per il “provare e riprovare”, come se ogni ritratto potesse svelare qualcosa di più profondo.
Il Leone d’Oro alla Biennale
La consacrazione per lui arriva nel 1986 alla Biennale di Venezia, dove conquista il Leone d’Oro. Ma la sua fama non si ferma: negli anni successivi, colleziona riconoscimenti e mostre importanti, tra cui una retrospettiva alla Hayward Gallery già nel 1978. Le sue opere continuano ad affascinare il pubblico, e anche quest’anno, nel 2023, la Courtauld Gallery di Londra ha ospitato Frank Auerbach. The Charcoal Heads, una mostra che ha raccolto grandi ritratti a carboncino realizzati da Auerbach nei primi anni della sua carriera. In queste opere, si percepisce la sua profonda sensibilità e la capacità di cogliere l’essenza delle persone che ritrae. La mostra ha avuto un successo straordinario, testimoniando l’impatto duraturo della sua arte.
L’importanza dell’Italia nella carriera di Auerbach
Auerbach ha lasciato il segno anche in Italia: solo pochi mesi fa, le sue opere sono tornate a Venezia con Starting Again, una personale che ha esposto opere di oltre 50 anni di carriera a Palazzo da Mosto. Con quest’ultima retrospettiva, il pubblico italiano ha potuto riavvicinarsi a un artista che ha saputo raccontare la vita con onestà e profondità, confermandosi come una voce unica nel panorama dell’arte contemporanea.
La scomparsa di Frank Auerbach segna la fine di un capitolo importante nell’arte del Novecento. Ma le sue opere, intense e vive, continuano a raccontare storie di volti e di città, trasmettendo la sua passione per l’arte e per l’umanità.