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Caso Orlandi, il fratello Pietro: “Emanuela usata da Wojtyla per fare la vittima

Pubblicato: 13/11/2024 22:59

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, ha lanciato un attacco diretto al Vaticano durante un incontro con gli studenti dell’Università La Sapienza di Roma, organizzato dal movimento studentesco Azione Universitaria, vicino a Fratelli d’Italia. Orlandi ha accusato il Vaticano di nascondere informazioni cruciali sulla scomparsa di sua sorella, avvenuta quarantuno anni fa, e ha espresso parole dure anche nei confronti di Papa Giovanni Paolo II.

Le accuse a Giovanni Paolo II

Durante il suo discorso, Orlandi ha ricordato come Giovanni Paolo II, allora pontefice, descrisse la scomparsa di Emanuela come un caso di “terrorismo internazionale”. Secondo Orlandi, questa affermazione servì a trasformare la vicenda di sua sorella in un simbolo da opporre all’Unione Sovietica, un atto che – sempre secondo lui – contribuì indirettamente a favorire la caduta del Muro di Berlino. Orlandi ha sostenuto che all’interno della Santa Sede ci siano figure che agiscono con interessi politici più che religiosi, allontanandosi dai valori di verità e giustizia.

“Omertà vaticana”

Parlando agli studenti, Pietro Orlandi ha manifestato tutto il suo disappunto verso quello che ha definito “l’omertà del Vaticano” sul caso di sua sorella, evidenziando come il nome di Emanuela sia ancora un tabù all’interno della Santa Sede. “Hanno voltato le spalle a Emanuela e alla nostra famiglia”, ha dichiarato, sottolineando anche le difficoltà affrontate negli anni, incluse quelle legate a tentativi di screditarlo da parte di figure istituzionali.

L’intervento di Andrea De Priamo

Durante l’incontro, è stato letto un messaggio inviato dal senatore Andrea De Priamo, presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. De Priamo ha evidenziato come il caso di Emanuela Orlandi rappresenti un fatto unico, dal momento che vede coinvolte ben tre autorità investigative: due italiane e una vaticana. Ha inoltre invitato a evitare interferenze nel lavoro degli inquirenti, chiedendo rispetto per le istituzioni e per la delicatezza delle indagini in corso.

Con questo intervento, Pietro Orlandi ha voluto riportare al centro dell’attenzione una vicenda che, dopo oltre quattro decenni, resta irrisolta e ancora avvolta nel mistero, suscitando domande e dubbi sul ruolo e le responsabilità della Santa Sede.

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