La procura francese ha richiesto cinque anni di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici per la leader dell’estrema destra Marine Le Pen, accusata di aver orchestrato un sistema di lavori fittizi per gli assistenti parlamentari del suo partito, il Rassemblement National (RN). Il procuratore Nicolas Barret ha chiesto che la pena entri in vigore immediatamente in caso di condanna, anche se Le Pen farà appello, impedendole così di candidarsi alle elezioni locali o nazionali per cinque anni.
Nel processo, che coinvolge Marine Le Pen e altri 24 imputati tra dirigenti di partito, ex eurodeputati e assistenti, la procura ha evidenziato un presunto “sistema organizzato” mirato a sottrarre fondi al Parlamento europeo attraverso contratti fittizi. Secondo l’accusa, il sistema permetteva al partito di risparmiare su costi e spese, facendo passare gli stipendi dei collaboratori per fondi pubblici.
All’uscita dall’udienza, Marine Le Pen ha reagito con durezza, accusando la procura di voler “privare i francesi della capacità di votare per chi desiderano” e di voler “danneggiare il partito”. Inoltre, contro di lei è stata richiesta anche una multa di 300.000 euro.
Bardella: “Attacco alla democrazia”
Jordan Bardella, presidente del RN, ha definito le richieste della procura un “attentato alla democrazia”, sostenendo che l’obiettivo sia quello di privare i cittadini della possibilità di votare per Le Pen alle elezioni del 2027. “La procura non agisce per la giustizia, ma per vendicarsi,” ha scritto Bardella sui social.