La rissa avvenuta nel quartiere a San Bonifacio, Verona, la sera del 3 novembre scorso si porta dietro una tragedia. A distanza di dieci giorni un giovane di 33 anni è morto per le conseguenze della ferita alla testa. Due gruppi di connazionali di origini indiane si sono scontrati nel parcheggio di un ipermercato. “Coltelli, spranghe e pistole”: così descrivono la scena i testimoni. Non una rissa qualunque, ma un’autentica battaglia. Colpito da un proiettile, il 33enne ha lottato per sopravvivere in terapia intensiva per nove giorni, ma il 12 novembre i medici lo hanno dichiarato morto cerebralmente.
Leggi anche: Rovigo, ambulanza travolge auto durante un soccorso: 6 feriti, alcuni molto gravi
La violenta rissa con pistole e spranghe
La furia ha coinvolto una quindicina di persone. La tensione è salita alle stelle, i contendenti si sono affrontati senza pietà e senza controllo. Pochi istanti, e dalle urla si è passati alle armi. In pochi minuti, spranghe e coltelli si sono rivelati insufficienti, e qualcuno ha impugnato una pistola. Un proiettile ha colpito il 33enne, segnando l’epilogo tragico di questa serata di violenza. Un altro uomo è rimasto ferito da un colpo d’arma da fuoco, ma ha riportato lesioni non letali.
Ora i carabinieri indagano senza sosta. L’accusa è diventata omicidio, e le ipotesi di reato comprendono lesioni personali e porto abusivo di armi. Gli inquirenti tentano di risalire a chi ha preso parte alla rissa, ricostruendo ogni attimo di quella notte per capire come una banale lite sia sfociata in una tragedia. Le autorità si muovono con decisione per far luce su questo episodio che ha scosso San Bonifacio.