Nessuna evidenza documentale, nessuna informazione sui pazienti né alcun resoconto delle operazioni effettuate. Il centro medico di Roma, situato in viale Cesare Pavese, dove Margaret Spada, una ventiduenne proveniente da Siracusa, si era recata per un intervento di rinoplastica parziale che si è rivelato fatale, si è mostrato come un vero e proprio “guscio vuoto” agli occhi degli inquirenti intenti a raccogliere prove. Tale situazione potrebbe comportare un’estensione delle indagini, oltre a quelle già attivate per la morte della giovane, complicando ulteriormente la posizione dei due medici, padre e figlio, accusati di omicidio colposo.
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Marco Procopio e Marco Antonio Procopio potrebbero dunque affrontare nuove imputazioni, ma hanno cercato di difendersi tramite una collaboratrice, affermando: «Abbiamo ricevuto oltre duecento disdette. State incolpando chirurghi che non hanno nulla a che fare con questa situazione. Il dottore opera esclusivamente in clinica e non è lui il medico che ha eseguito l’intervento». Ha precisato, inoltre, riguardo alla chiusura dell’ambulatorio avvenuta mercoledì 14 novembre: «Non è sequestrato, ci sono lavori in corso».
Olga Mascolo, collaboratrice dei medici sotto indagine, ha fornito la sua testimonianza al programma televisivo Storie Italiane. Interrogata sulla questione, ha affermato: «Chi può dirci chi l’ha operata? – Rivolgendosi alla giornalista – Il dottore lavora solo in clinica e ora è molto irritato: abbiamo ricevuto più di duecento cancellazioni e accertamenti, ma lui non ha responsabilità».
Si è poi chiesta il motivo per cui sia stato accusato un giovane chirurgo: «Lui lavora in clinica, qui si effettuano solo piccoli interventi – ha aggiunto – Non conoscevamo questa ragazza; ho sentito che aveva altre patologie tramite conoscenze all’ospedale Sant’Eugenio». Ha cercato così di contraddire quanto affermato dalla famiglia di Spada, che sostiene che la ventiduenne fosse sana. «L’intervento non ha nemmeno avuto inizio, deve essere successo qualcosa durante l’anestesia», ha puntualizzato. Anche i Nas stanno indagando su possibili eventi avvenuti durante la fase anestesiologica. L’autopsia è prevista per venerdì 15 novembre presso il policlinico di Tor Vergata. Nel frattempo, gli inquirenti hanno raccolto la testimonianza del fidanzato della giovane.
I due medici sono sotto inchiesta per omicidio colposo. Secondo le informazioni finora emerse, nel centro medico non sarebbero state trovate la cartella clinica della ragazza, né la documentazione relativa all’intervento, che ha avuto un costo di circa 2800 euro, né il consenso informato. Inoltre, l’ambulatorio non era dotato di alcuna insegna. Gli investigatori hanno anche acquisito la documentazione relativa al ricovero ospedaliero della giovane, giunta al Sant’Eugenio in gravi condizioni.
In aggiunta alle indagini relative alla morte della 22enne, i medici sono sottoposti a verifiche da parte dell’Ordine dei Medici, che sta esaminando le modalità di promozione dello studio tramite i social network, in particolare su TikTok.