Sono due le persone iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo in relazione alla tragica morte di Margaret Spada, una ragazza di 22 anni di origine siracusana, deceduta durante un intervento di rinoplastica in un centro medico di Roma. Si tratta dei titolari della clinica, padre e figlio, entrambi medici, presso la quale Margaret si è sentita male subito dopo la somministrazione dell’anestesia locale. Ora però spunta la dichiarazione dell’assistente di uno dei due che, raggiunta telefonicamente, ha dichiarato: “
Abbiamo 200 disdette: state dando la colpa a chirurghi che non c’entrano niente. Il dottore opera soltanto in clinica, non è assolutamente lui il medico che l’ha operata!”. E sull’ambulatorio chiuso proprio da ieri, sottolinea: “Non è sotto sequestro, ci sono dei lavori in corso“. Poi ha aggiunto: “Lui opera in clinica, in ambulatorio si fanno solo piccoli interventi. Non conosciamo questa ragazza: tramite mie conoscenze al Sant’Eugenio, ho saputo che aveva altre patologie”.
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La posizione dei due medici indagati
Rischia di aggravarsi la posizione dei due medici accusati di omicidio colposo per la morte di Margaret Spada, la ragazza di 22 anni deceduta nel corso di una operazione di rinoplastica parziale in un centro medico di Roma. Per i due potrebbero scattare altre accuse, anche profili amministrativi, relativi alla struttura dove è avvenuto il fatto e alle procedure utilizzate per effettuare l’intervento.
Nel quesito redatto nell’ambito dell’esame autoptico, che verrà effettuato domani al Policlinico di Tor Vergata, il titolare del fascicolo chiede di appurare, oltra alle cause della morte, anche se i sanitari hanno seguito procedure e le linee guida o in alternativa le “buone pratiche” per quel tipo di intervento e, soprattutto, se la struttura era munita delle attrezzature idonee in caso di emergenze.
Le indagini hanno evidenziato la mancanza di documentazione relativa all’operazione: nel centro non sono state rinvenute cartelle cliniche o registrazioni ufficiali dell’intervento. A quanto pare una delle persone indagate è Marco Antonio Procopio, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’università di “Vasile Goldis” di Arad, in Romania, è uno dei due indagati per il decesso della giovane. Nel suo studio improvvisato non avrebbero trovato un’ insegna esterna e non sarebbe stato trovato alcun documento, cartella clinica, consenso informato né registrazione, relativi all’intervento.
La rabbia e il dolore della famiglia
Cosa dice il legale
Il legale della famiglia Spada, l’avvocato Alessandro Vinci, ha espresso la profonda sofferenza dei genitori e della sorella della giovane. “Sono chiusi in un silenzio di dolore che non si può spiegare con le parole”, ha dichiarato il legale. “Chiedono di conoscere le circostanze e le cause della morte di Margaret, una ragazza che si era affidata a un chirurgo italiano e non a cliniche all’estero”. La famiglia, infatti, aveva scelto la struttura ritenendo che garantisse sicurezza e professionalità, aspetti che ora saranno al centro delle verifiche giudiziarie.
Un intervento di routine che finisce in tragedia
L’operazione, una rinoplastica parziale, prevedeva un costo di circa 3.000 euro. La famiglia e il legale sottolineano l’assurdità della situazione: “Margaret si era sottoposta a un intervento di routine. Ritrovarsi a dover riportare a casa una figlia in una bara è inaccettabile”. L’avvocato Vinci ha anche precisato che il centro medico non era una struttura ospedaliera, ma un ambulatorio, il che potrebbe aver influito sulle condizioni di sicurezza dell’intervento.
Le indagini e il video del tentativo di rianimazione
Un video di pochi secondi, registrato dal fidanzato della giovane, è stato acquisito agli atti dell’indagine. Il filmato documenta il momento in cui i medici del centro tentano di rianimare Margaret, subito dopo il malore sopraggiunto con l’anestesia. La registrazione rappresenta un’importante testimonianza per capire cosa sia effettivamente accaduto in quei tragici momenti.
Autopsia e prossimi sviluppi
L’autopsia, prevista per venerdì prossimo presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Tor Vergata, sarà fondamentale per chiarire le cause della morte. Nel frattempo, i due indagati hanno nominato un proprio consulente medico. L’inchiesta, coordinata dal pm Erminio Amelio, mira a far luce sulle responsabilità dei due medici, sulle condizioni di sicurezza del centro e sulla gestione dell’anestesia, elemento cruciale in un intervento che, seppur semplice, si è trasformato in una tragedia.