Com’è morta Margaret Spada, la ragazza che ha perso la vita nel corso di un intervento di rinoplastica in una struttura di Roma? Una parte della verità emerge dall’autopsia svolta oggi, venerdì 15 novembre, all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata.
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La morte della 22enne, originaria del siracusano, sarebbe avvenuta per arresto cardiocircolatorio in un quadro ricollegabile «a sofferenza acuta». La cui origine dovrà appunto essere accertata con gli esami tossicologici e istologici per capire cosa è stato somministrato prima e dopo il malore. All’autopsia, disposta dalla procura di Roma nel fascicolo che vede due medici del centro medico dove si era recata la ragazza indagati per omicidio colposo, hanno partecipato anche i consulenti di parte.
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Lo studio non era autorizzato
Il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha rilasciato dichiarazioni sulla tragica vicenda di Agata Margaret Spada. «Lo studio del medico dove è stata operata Margaret Spada non risulta autorizzato per attività procedurali», ha affermato Rocca.
Margaret, originaria del Siracusano, è deceduta all’ospedale Sant’Eugenio dopo un’anestesia locale eseguita nell’ambulatorio. Rocca ha garantito la piena collaborazione con gli investigatori e i Nas. «Daremo tutte le informazioni. Da una prima analisi, non ci risulta un’autorizzazione sanitaria valida. Queste sono informazioni assunte in via sommaria, gli uffici stanno approfondendo», ha aggiunto durante una conferenza al Sant’Andrea.
Testimonianze shock
L’ambulatorio finito sotto accusa non aveva convinto alcune persone che avevano avuto contatti con il medico. «L’approccio alla visita era molto poco accurato, molto all’acqua di rose», ha raccontato una paziente a Storie Italiane su Rai 1. «Ci aveva detto semplicemente che l’intervento si sarebbe svolto lì, in modo ambulatoriale e veloce, con anestesia locale. Tornando a casa nel giro di qualche ora».
Una donna ha poi riferito le sue impressioni sul centro: «Non mi dava l’idea di un posto pulito, asettico, e disinfettato. Non lo ritenevo adeguato a un intervento chirurgico. Io non mi ci sarei fatta fare manco le unghie dei piedi, per dire».
Un’altra testimone ha descritto lo studio come fatiscente. «Era un centro medico, ma fondamentalmente un ufficio con delle stanze. Entrando lì, si percepiva che non fosse un posto totalmente sicuro e professionale dal punto di vista medico», ha spiegato ai microfoni della trasmissione.
Il consiglio degli esperti
Anche il chirurgo estetico Giacomo Urtis ha voluto commentare il caso, offrendo un consiglio a chi sceglie di sottoporsi a interventi di chirurgia estetica: «Scegliete una clinica estetica che abbia la rianimazione».
Margaret Spada aveva deciso di affidarsi al medico per un intervento considerato mini invasivo. Tuttavia, la giovane è morta in seguito alle complicazioni. L’intera struttura è ora sotto sequestro, mentre continuano le indagini per chiarire le responsabilità.