Le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro hanno suscitato polemiche e indignazione. Durante la presentazione di un nuovo veicolo blindato per il trasporto di detenuti al regime del 41-bis, Delmastro ha affermato: “L’idea di vedere sfilare questo potente mezzo, far sapere ai cittadini come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per me un’intima gioia”.
La cerimonia si è svolta il 13 novembre presso il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) a Roma. Il veicolo, una SsangYong Rexton Dream e-XDi220, è dotato di tecnologie avanzate come telecamere interne ed esterne, sistemi di geolocalizzazione, blocchi di sicurezza gestiti da consolle e un allarme perimetrale. Secondo il ministero della Giustizia, la cellula detentiva rispetta standard europei, garantendo ergonomia e tutela dei diritti dei detenuti. Tuttavia, le parole di Delmastro, che ha elogiato il mezzo per il suo utilizzo “nel contrasto alla criminalità organizzata”, hanno sollevato critiche per il tono percepito come disumano.
I numeri della crisi nelle carceri
Secondo il dossier “Morire di carcere” dell’associazione Ristretti, al 6 novembre 2024 i decessi nelle carceri italiane sono 213, di cui 80 suicidi. Questi dati riaccendono il dibattito sulla necessità di rispettare i diritti umani anche nel trattamento dei detenuti.
La polemica politica
Le affermazioni del sottosegretario hanno scatenato dure reazioni politiche. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha chiesto le dimissioni immediate di Delmastro: “Il giorno in cui si vergognerà sarà comunque troppo tardi. Intanto, che si dimetta subito”. Anche il Partito Democratico, per voce di Matteo Orfini, ha chiesto al governo di prendere le distanze. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra ha definito “indegne” le parole di Delmastro, mentre Riccardo Magi di +Europa ha parlato di atteggiamenti “da regime sudamericano”. L’ANPI, su X, ha criticato duramente: “Un uomo in preda a questi deliri da macellaio sadico non può fare il sottosegretario alla giustizia”.