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Andrea Beretta collabora con la giustizia, arriva il messaggio della curva: “Infame”

Pubblicato: 16/11/2024 19:13

Venerdì 15 novembre, un messaggio inquietante è apparso all’esterno dello stadio San Siro, a Milano, firmato dal gruppo «Secondo anello verde» della Curva Nord dell’Inter. La frase «La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità» è stata lasciata con l’intento, chiaramente, di mandare un segnale a Andrea Beretta, l’ultrà arrestato lo scorso settembre per l’omicidio di Antonio Bellocco a Cernusco sul Naviglio. Sebbene il destinatario del messaggio non fosse esplicitamente nominato, è evidente che la presa di posizione sia rivolta a Beretta, considerato il suo coinvolgimento nell’omicidio e nelle indagini legate al crimine organizzato.
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Il pentimento di Beretta

La scritta arriva a poche ore dal pentimento di Beretta, che ha scelto di collaborare con la giustizia, decisione che ha scatenato forti reazioni nel mondo del tifo organizzato. «Secondo anello verde» rappresenta una frangia del tifo nerazzurro che ha dichiarato pubblicamente di voler lasciare alle spalle il passato legato a traffici criminali, come quello che vedeva coinvolti Beretta e altri esponenti della curva, tra cui il defunto Antonio Bellocco. La frattura tra il nuovo corso della curva e il vecchio gruppo legato alla ‘ndrangheta sembra farsi sempre più evidente.

Beretta, infatti, non è solo indagato per l’omicidio di Bellocco, ma anche per il suo coinvolgimento nell’inchiesta Doppia curva, che ha portato alla scoperta di presunti affari illeciti tra i vertici delle curve di Inter e Milan. L’arresto di Beretta è stato seguito da una serie di provvedimenti cautelari nei confronti di altri esponenti del tifo organizzato, anche milanista. Dopo due mesi in carcere, Beretta ha cambiato il suo avvocato, lasciando il legale di fiducia dei tifosi organizzati, Mirco Perlin, e scegliendo di aderire al programma di protezione, trasferendosi da San Vittore a un altro istituto penitenziario.

Caos nelle curve

La decisione di collaborare con la giustizia ha gettato un’ombra sul futuro degli ambienti ultrà milanesi. Il timore è che le rivelazioni di Beretta possano causare un terremoto, sia per quanto riguarda l’omicidio dello storico capo ultrà Vittorio Boiocchi, ucciso nel 2022, sia per le indagini sui presunti traffici illeciti che coinvolgono il mondo delle curve. La scelta di Beretta di diventare collaboratore di giustizia sembra aver sollevato forti timori, alimentando una crescente tensione nel mondo del tifo, che vede in lui una figura centrale nelle inchieste che minacciano di svelare dinamiche criminali fino a ora poco conosciute.

Mentre la collaborazione di Beretta si va delineando come un punto cruciale per le indagini, la sua figura continua a essere al centro di un conflitto tra i vecchi e i nuovi esponenti del tifo organizzato milanese, pronti a difendere la loro identità, ma anche a fare i conti con la crescente pressione delle autorità.

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