Alla vigilia del decisivo scontro di Nations League contro la Francia, il commissario tecnico della Nazionale italiana, Luciano Spalletti, ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa. Con il consueto stile diretto, il tecnico ha delineato l’approccio della squadra, sottolineando l’importanza di esprimere un calcio di qualità, senza troppe parole: “Dobbiamo essere una squadra che fa vedere tante qualità senza chiacchierare molto”, ha esordito.
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Un gioco basato sulla qualità e la semplicità
Spalletti ha insistito sul valore del gioco collettivo, facendo riferimento a due esempi illustri: Real Madrid e Manchester City. “Quando li vedo giocare, noto che la loro forza è fare bene ripetutamente le cose normali. Deve diventare una normalità eseguita bene all’infinito”. Questa filosofia, ha spiegato, sarà alla base della prestazione che gli azzurri offriranno contro i transalpini.
Alla domanda su un primo bilancio della sua gestione, Spalletti si è mostrato autocritico, citando come punto dolente la sconfitta contro la Svizzera: “Mi reputo responsabile di una sconfitta. Quella è la cosa a cui faccio riferimento”, ha detto, riconoscendo però i progressi del gruppo e le difficoltà legate al livello degli avversari affrontati.
La sfida contro la Francia: più di una partita
L’incontro con i Galletti, ha spiegato il ct, non è solo una sfida calcistica: “Siamo un popolo di pionieri, questa partita va oltre il calcio”. Spalletti ha esortato la squadra a giocare per gli italiani che seguono la Nazionale con passione: “Sono sicuro che faremo la partita che dobbiamo fare, per dedicarla a tutte quelle persone che ci vogliono bene”.
Il “Sinner” della Nazionale: talento e normalità
A Spalletti è stato chiesto chi potrebbe rappresentare il “Sinner” del calcio italiano, un giocatore capace di andare oltre il gioco ordinario. Il ct ha citato Maldini, spiegando: “Mi dà l’impressione di avere il colpo facile, la sostanza di poter creare qualcosa di super facile ed esclusivo”, evitando comunque paragoni troppo diretti.
Kean e una lezione dal passato
Sulle possibilità di vedere Moise Kean in campo, Spalletti ha risposto positivamente, elogiandone la capacità di mantenere il possesso e sostenere la manovra. Quanto alla sconfitta contro la Svizzera, il ct ha ammesso che quel ricordo pesa ancora: “Non me la farà dimenticare niente e nessuno, nemmeno una qualificazione al Mondiale”. Tuttavia, ha concluso, questo ricordo è utile per mantenere alta la concentrazione e lavorare su ogni dettaglio.
Gli azzurri si preparano così all’allenamento finale, pronti per una partita che potrebbe segnare una svolta nella gestione di Spalletti e nel percorso della Nazionale. Italia-Francia è più di una sfida: è un’occasione per dimostrare orgoglio e crescita.