L’attaccante senegalese della Lazio, Boulaye Dia, è al centro di un enigma medico che lascia aperti numerosi interrogativi. Dopo essere stato fermato dalla Federazione senegalese a causa di un presunto attacco di malaria, la situazione del giocatore rimane incerta, aggravata dalla scarsa comunicazione tra lo staff medico laziale e quello della nazionale. Le notizie giunte giovedì sera hanno destato preoccupazioni e perplessità tra i tifosi e l’ambiente biancoceleste, che attende con ansia un chiarimento ufficiale.
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Diagnosi incerta e comunicazioni frammentarie
Al momento, Dia si trova a Dakar in attesa dei risultati degli esami che potrebbero confermare lo stadio del parassita. Secondo fonti interne alla Lazio, i test dovrebbero arrivare oggi, ma le informazioni tra gli staff medici delle due squadre risultano al momento scarse e irregolari. Questo clima di incertezza alimenta voci contrastanti sul reale stato di salute del giocatore. Non è ancora chiaro se l’attaccante sia stato effettivamente colpito dalla puntura di una zanzara Anopheles, il vettore della malaria, né quali sintomi stia manifestando, sebbene siano stati descritti come “lievi”.
La malaria in Italia: profilassi e misure
Essendo la malaria non contagiosa tra persone, la Lazio non è tenuta a seguire misure preventive per evitare un’eventuale trasmissione del parassita ad altri membri della squadra. In Italia, la malattia è scomparsa dalla metà del secolo scorso, con i pochi casi presenti legati a persone provenienti da aree a rischio. Non è noto se Boulaye Dia avesse intrapreso una profilassi antimalarica prima di recarsi in Africa, pratica comunque consigliata ma non obbligatoria.
Ritorno in campo e precedenti di giocatori in Serie A
Qualora la diagnosi fosse confermata, il recupero di Dia potrebbe richiedere circa venti giorni, simile a quanto avvenuto per il giocatore della Fiorentina, Christian Kouame, fermato dalla malaria dopo la Coppa d’Africa. Kouame, rientrato in Italia lo scorso febbraio, accusò sintomi cinque giorni dopo e fu costretto a uno stop prolungato prima di poter tornare in campo. Altri casi simili hanno coinvolto giocatori come Hamed Traorè, costretto a uno stop a fine dicembre a causa della stessa malattia.
Attese e preoccupazioni per Marco Baroni
Nel frattempo, l’allenatore della Lazio, Marco Baroni, si trova a fronteggiare l’incognita della durata dell’assenza di Dia, indispensabile in un calendario denso di appuntamenti sia in campionato che in Europa. L’attaccante è una risorsa chiave nello schema tattico della squadra, sia come punta nel 4-2-3-1 sia come alternativa in un modulo 4-3-3.