L’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede ha replicato in modo deciso alle recenti dichiarazioni del Papa Francesco riguardo alla situazione a Gaza, esprimendo il proprio punto di vista sulla definizione di quanto accaduto il 7 ottobre 2023. In un post pubblicato su X, l’ambasciata ha parlato di un massacro genocida subito dai cittadini israeliani e ha ribadito il diritto di Israele all’autodifesa contro gli attacchi provenienti da sette fronti diversi. «Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa», si legge nel comunicato, sottolineando che qualsiasi tentativo di definire quest’azione in altro modo rischierebbe di isolare lo Stato ebraico sulla scena internazionale. Il messaggio è chiaro: l’autodifesa è legittima e non può essere messa in discussione.
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Le parole di Papa Francesco
La replica dell’ambasciata israeliana arriva a seguito delle parole di Papa Francesco, che nel suo libro in uscita La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore ha sollevato un interrogativo sulla situazione a Gaza, chiedendo che venga avviata un’indagine per determinare se le azioni in corso possano essere qualificate come genocidio, secondo la definizione tecnica elaborata dai giuristi e dalle organizzazioni internazionali. In particolare, il Papa ha dichiarato che, a detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza potrebbe avere le caratteristiche di un genocidio. Tuttavia, ha aggiunto, occorrerebbe un approfondimento per accertare se quanto sta avvenendo rientri nella definizione giuridica di genocidio.
Il precedente
L’argomento della parola genocidio è particolarmente delicato e controverso. Il Papa aveva già usato questo termine con maggiore chiarezza nel novembre 2023, durante un incontro privato con un gruppo di palestinesi che avevano parenti nella Striscia di Gaza, ma quella dichiarazione, fatta a porte chiuse, non era stata ufficialmente confermata dalla Sala Stampa Vaticana. Il termine aveva suscitato dibattito, in quanto definire le azioni israeliane come genocidio implica un’accusa grave e di difficile gestione sulla scena diplomatica internazionale.
In aggiunta, pochi giorni fa, Papa Francesco ha incontrato anche un gruppo di familiari israeliani di ostaggi nelle mani di Hamas e della Jihad islamica a Gaza, dimostrando una certa apertura e attenzione anche verso le vittime israeliane. Ciò dimostra la posizione equilibrata del Vaticano nel voler sollecitare la pace, pur senza ignorare le sofferenze di entrambe le parti in conflitto.
Gli altri temi del libro
Nel libro in uscita, il Papa non si limita a parlare di Gaza, ma riflette anche su altre tematiche globali, tra cui la famiglia, l’educazione, le migrazioni, e le questioni politiche ed economiche. In particolare, Bergoglio dedica ampio spazio alla crisi climatica e alle nuove tecnologie, invitando la comunità internazionale ad affrontare le sfide globali con maggiore responsabilità e cooperazione. Il Papa ha sottolineato l’urgenza di affrontare le cause delle migrazioni nei paesi di origine, un tema che ha spesso trattato in occasione di incontri internazionali, ponendo l’accento sulla necessità di politiche che promuovano giustizia sociale e sviluppo sostenibile.
Nel frattempo, l’Ambasciata d’Israele ha ribadito che qualsiasi discussione che tenti di mettere in discussione il diritto di Israele a difendersi rischia di essere vista come un attacco alla legittimità dello Stato ebraico. La critica all’uso del termine genocidio è pertanto una risposta a quella che considera una distorsione della realtà, una forma di delegittimazione della reazione israeliana agli attacchi subiti il 7 ottobre scorso.