Grillo e l’Ultimo “Vaffanculo”: il Simbolismo di Onoda e la Crisi del Movimento 5 Stelle
Beppe Grillo torna a far parlare di sé con un gesto enigmatico e, al tempo stesso, emblematico:questa mattina ha pubblicato sul suo stato WhatsApp un’immagine che lo ritrae anni fa nella metropolitana di Tokyo, accanto a un uomo vestito da soldato. La foto è accompagnata dalla scritta “Oz Onoda”, un riferimento all’ufficiale giapponese Hiroo Onoda, che continuò a combattere nelle Filippine per quasi trent’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ignorando la realtà della pace.
Questo gesto criptico, in pieno stile Grillo, arriva a pochi giorni dall’assemblea costituente del Movimento 5 Stelle e sembra rivolgersi in modo diretto al suo successore, Giuseppe Conte, sollevando interrogativi sul futuro del partito. Il richiamo a Onoda non è casuale: è una metafora di resistenza ostinata, di una guerra che prosegue nonostante il mondo sia andato avanti. Forse Grillo vuole suggerire che il Movimento, come Onoda, sta lottando contro un nemico che non esiste più, intrappolato in un passato che non corrisponde più alla realtà politica attuale.
Un Messaggio Ricco di Simbolismo
Grillo non è nuovo a questo tipo di comunicazione, fatta di simboli e provocazioni. La figura di Onoda rappresenta il rifiuto di accettare il cambiamento, un’attitudine che molti associano al Movimento 5 Stelle, incapace di ridefinirsi dopo anni in cui ha dominato il panorama politico italiano con una narrazione anti-sistema. L’uso del termine “Oz” potrebbe anche evocare il celebre “Mago di Oz”, un’entità apparentemente potente ma priva di sostanza dietro le quinte. Questo riferimento, se diretto a Conte, sottolineerebbe l’accusa di Grillo verso un leader percepito come troppo “tecnico” e lontano dal carisma travolgente che caratterizzava il Movimento delle origini.
La pubblicazione giunge in un momento critico, quando il Movimento sta cercando di ridefinire la sua identità politica. L’assemblea costituente, programmata per il fine settimana, dovrebbe segnare un punto di svolta, ma il clima è tutt’altro che sereno. Le divisioni interne e le accuse reciproche rischiano di trasformare l’evento in un’occasione di ulteriore frammentazione, anziché di ricompattamento.
Un Movimento in Crisi di Identità
Dopo aver conquistato il centro della scena politica italiana con un mix di antipolitica, partecipazione diretta e promesse di cambiamento radicale, il Movimento 5 Stelle si trova oggi in una crisi esistenziale. Giuseppe Conte, leader dal 2021, ha cercato di traghettarlo verso una maggiore istituzionalizzazione, abbandonando lo stile aggressivo del “Vaffa Day” e puntando su alleanze strategiche: “Il problema del ‘Vaffa’ – aggiunge – è che non possiamo più riproporre la logica del ‘Vaffa’ dopo aver assunto la responsabilità di governo nazionale, sui territori, a livello regionale, a livello locale, comunale. Oggi deve prevalere la logica di misure specifiche, adeguate ai bisogni dei cittadini” con “soluzioni concrete per migliorare la loro qualità di vita”.
Tuttavia, questa transizione non è stata priva di attriti. Molti esponenti storici, tra cui Chiara Appendino, hanno espresso il loro disappunto, accusando Conte di aver smarrito l’identità originaria del Movimento e di averlo trasformato in un socio subalterno del PD. Appendino, in particolare, ha denunciato la mancanza di una visione forte e autonoma, sottolineando il rischio di perdere il sostegno degli elettori storici.
Il Dilemma del Futuro
Il riferimento di Grillo a Onoda sembra voler sottolineare una domanda cruciale: il Movimento 5 Stelle deve continuare a combattere la sua battaglia originaria contro “il sistema” o accettare che il contesto politico è cambiato, adattandosi alle nuove sfide? Questo dilemma è al centro delle tensioni tra le diverse anime del partito. Da un lato, c’è chi vorrebbe mantenere vivo lo spirito rivoluzionario, dall’altro chi riconosce la necessità di evolversi per rimanere rilevanti.
L’assemblea costituente rappresenta un’occasione decisiva per sciogliere questo nodo. Tuttavia, la strada appare in salita. La mancanza di un consenso interno su una linea chiara rischia di trasformare il Movimento in una forza politica ambigua e priva di identità, incapace di attrarre elettori nuovi o di trattenere quelli storici.
Tra Passato e Futuro: La Sfida di Reinventarsi
L’immagine scelta da Grillo non è solo una provocazione, ma una riflessione amara sulla traiettoria del Movimento. Proprio come Onoda, che combatteva una guerra ormai finita, il Movimento sembra bloccato in un paradigma ormai superato, incapace di riconoscere che il panorama politico è cambiato.
Per sopravvivere, il Movimento 5 Stelle deve decidere se guardare avanti, accettando di abbandonare alcune battaglie simboliche del passato, o se continuare a difendere un’identità che, oggi, potrebbe essere più un ostacolo che una risorsa. L’assemblea costituente sarà il momento della verità: riuscirà il Movimento a reinventarsi, o continuerà a combattere una guerra solitaria, come l’ultimo soldato giapponese?