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“Una vergogna!” Cruciani contro Zerocalcare: “Uno che fa il fumettista…” L’attacco

Pubblicato: 19/11/2024 15:57
Giuseppe Cruciani

Durante l’ultima puntata di “Quarta Repubblica“, il programma condotto da Nicola Porro su Rete 4, nell’ormai consueto appuntamento del “Tavolo per due” con Giuseppe Cruciani, il conduttore de “La Zanzara” ha incentrato il suo intervento sul “doppiopesismo di una parte della sinistra” politica e sociale. Davanti all’esecutivo di centrodestra, a suo dire, gli intellettuali di sinistra non vedono l’ora di tirare in ballo il pericolo del ritorno al Fascismo e una possibile torsione autoritaria in atto. Al contrario, però, secondo Cruciani, di fronte alle violenze degli antagonisti di sinistra ai danni delle forze dell’ordine durante le manifestazioni degli ultimi giorni, fanno orecchie da mercante. Ha detto Cruciani: “Quello che mi fa andare in bestia è che loro negano che ci sia libertà di espressione, sostenendo che ci sia invece un regime autoritario che impedirebbe a qualcuno di manifestare liberamente”. Fatta la premessa, il giornalista poi passa all’attacco, prendendo di petto anche il noto fumettista Zerocalcare.
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Il riferimento, più o meno velato di Giuseppe Cruciani, è a chi negli ultimi giorni ha deciso di attaccare il governo per il ddl sicurezza in via d’approvazione. Tra questi, appunto, anche Zerocalcare. “Il vero problema – continua Cruciani – non è la libertà di attaccare le opinioni ma la libertà di attaccare la polizia. La cosa incredibile che in Italia vige la libertà di attaccare impunemente i poliziotti, avete visto quelle scene dove i ragazzi battono le mani sulle camionette delle forze dell’ordine? In qualsiasi altro paese l’arresto era il minimo”. Del resto, Zerocalcare era già finito nel suo mirino durante l’ultima puntata de “La Zanzara”. Aveva detto Cruciani: “Un signore che fa il fumettista che insieme ad altri pseudo intellettuali di sinistra attaccano il governo perché si sostiene che si vuole reprimere la libertà di manifestare. Intanto altri poliziotti feriti. Bisogna porre fine a questa vergogna!“.

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