Aveva solo 32 anni Amar Kudin, il poliziotto deceduto nel tragico incidente frontale avvenuto ieri, lunedì 18 novembre, a Roma. Kudin stava terminando il turno di notte quando la sua auto di servizio si è scontrata con un’altra volante della polizia. L’agente, insieme alla collega Giada Gueli, aveva appena arrestato un 34enne sospettato di furto in un appartamento a Monte Mario. Dentro il pacchetto che l’uomo stava scambiando con un’altra persona c’era infatti il bottino del colpo, come riporta il Corriere della Sera. Giada, ora ricoverata in ospedale, è rimasta ferita ma non è in pericolo di vita.
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La dinamica dell’incidente
Lo schianto si è verificato mentre Amar e Giada stavano trasportando il fermato verso il commissariato. «Andiamo in ufficio», aveva comunicato Amar via radio poco prima dello scontro. Sulla Giulietta, guidata dalla collega 25enne, il sospettato era ammanettato sui sedili posteriori. L’altra volante, un suv Tonale, stava invece correndo verso Corso Francia per intervenire in una rissa scoppiata in un McDonald’s. Alla guida del Tonale c’erano due agenti, il 23enne Carmine D’Agostino e il 27enne Daniele Greco. Entrambe le vetture si sono ribaltate e sono finite contro il muro di un parcheggio. Le immagini dell’incidente, che alcuni passanti avevano scattato, erano talmente impressionanti che è stato chiesto loro di cancellarle.
Indagini in corso
Le autorità stanno cercando di ricostruire la dinamica. Il punto cruciale riguarda il funzionamento del semaforo all’incrocio: non è chiaro se fosse regolato in modalità tradizionale o con il giallo intermittente. Le immagini delle telecamere della zona e le registrazioni delle dash cam delle volanti verranno acquisite per chiarire cosa sia accaduto.
Nonostante la gravità dello schianto, nessuno dei coinvolti – i tre agenti e il fermato – è in pericolo di vita, fatta eccezione per Amar, che ha purtroppo perso la vita. Gli altri due agenti, secondo quanto si apprende, potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati per omicidio e lesioni stradali. Tuttavia, questa misura sarebbe un atto dovuto, necessario per far chiarezza sull’incidente che ha stroncato la giovane vita di Amar, un poliziotto che aveva rinunciato al trasferimento a Treviso per restare accanto alla sua squadra a Roma.
Chi era Amar Kudin, poliziotto e rugbista di talento
Amar Kudin non era solo un agente di polizia stimato, ma anche un nome importante nel mondo del rugby. Nato a Makarska, in Croazia, nel 1992, si era trasferito da bambino a Treviso con la famiglia. Qui aveva iniziato a giocare a rugby, entrando nelle giovanili della Benetton Rugby. Da giovane talento era passato al Rugby San Donà, disputando il massimo campionato seniores. Nel 2014 aveva indossato la maglia della Benetton Rugby in sei incontri tra URC e Coppe Europee, tornando poi al San Donà e approdando alle Fiamme Oro Rugby.
Con le Fiamme Oro, Amar aveva giocato 97 partite e contemporaneamente avviato la carriera in Polizia di Stato. A livello internazionale, aveva rappresentato l’Italia nel Sei Nazioni Under 20 del 2011. Ad agosto 2024, Amar aveva scelto di giocare per il Rugby Civitavecchia in Serie A, concentrandosi sul lavoro in polizia.
Cordoglio e silenzio su tutti i campi
Il rugby italiano lo ricorda con affetto e ammirazione. Il Presidente della Federazione ha disposto un minuto di silenzio in sua memoria su tutti i campi d’Italia nel prossimo fine settimana. I compagni e gli amici lo descrivono come un uomo generoso, sempre pronto a mettersi al servizio degli altri.
Il messaggio di Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni ha espresso il suo dolore con un messaggio su X: «Esprimo il mio profondo cordoglio ai familiari dell’agente Amar Kudin, deceduto in un drammatico incidente mentre, con una collega, stava portando in ufficio un uomo fermato con arnesi da scasso. Auguro pronta guarigione ai colleghi feriti e abbraccio la Polizia di Stato in questo tragico momento».
Roma piange la perdita di un giovane poliziotto, un atleta, un uomo che ha dato tutto per il suo lavoro e per il suo sport. Amar Kudin lascia un vuoto difficile da colmare.