Sono 1,2 milioni le prestazioni sanitarie che rischiano di essere annullate a causa dello sciopero nazionale di 24 ore programmato per mercoledì 20 novembre. A comunicarlo sono Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e il Nursing Up, che rappresentano anche infermieri e altre professioni sanitarie e stanno organizzando una manifestazione a Roma in Piazza SS Apostoli alle 12. Secondo quanto affermano le sigle sindacali, tutti i servizi di assistenza sono a rischio, inclusi circa 50.000 esami radiografici, 15.000 interventi chirurgici programmati e 100.000 visite specialistiche, mentre le prestazioni d’urgenza saranno garantite.
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Le ragioni dietro questa mobilitazione, come evidenziato da Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, riguardano le condizioni contrattuali, comprese quelle del settore privato, che non ricevono le risorse adeguate; la mancata detassazione di una parte della retribuzione; l’assenza di attuazione delle leggi sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario; e un incremento inadeguato e tardivo dell’indennità di specificità per gli infermieri, senza considerare le ostetriche. Si protesta anche per la carenza di risorse necessarie per nuove assunzioni, l’assenza di politiche che garantiscano la sicurezza del personale negli ospedali, la necessità di riformare le cure ospedaliere e territoriali, la non contrattualizzazione degli specializzandi nel campo medico e sanitario e la mancanza di retribuzione per quelli non medici.
In aggiunta, si richiedono misure per riconoscere il lavoro usurante, la sospensione dell’assistente infermiere e l’abolizione del vincolo di esclusività per infermieri e professionisti sanitari, come previsto dalla legge n. 43/2006. Alla manifestazione di mercoledì a Roma parteciperanno alcuni leader delle associazioni: Pierino Di Silverio per Anaao Assomed, Guido Quici per Cimo-Fesmed e Antonio de Palma per Nursing Up.