Fonti dei tre gruppi di maggioranza al Parlamento europeo, Popolari, Socialisti e Liberali, hanno prima confermato e poi negato la chiusura dell’accordo sulle nomine per la nuova Commissione Ue nel corso delle ultime ore. L’ ok è arrivato solo in tardissima serata. L’intesa include lo scorporamento di alcune deleghe per Oliver Varhelyi, candidato al ruolo di commissario alla Sanità, per bilanciare meglio le responsabilità tra i membri dell’esecutivo. il Ppe aveva chiesto di aggiungere nella lettera che accompagna la nomina di Ribera che la ministra uscente spagnola dovrà dimettersi in caso sia coinvolta in un’inchiesta giudiziaria per le alluvioni di Valencia. Lo scontro aveva innescato la sospensione dei lavori nella commissione Affari Regionali chiamata a votare Raffaele Fitto.
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Cosa prevederebbe l’accordo
L’accordo prevederebbe che tutti e sei i candidati vicepresidenti, inclusi Teresa Ribera e Raffaele Fitto, ottengano il via libera con una maggioranza dei due terzi nella valutazione dei coordinatori dei gruppi all’interno delle commissioni competenti. Ribera ha commentato con prudenza: “Attendiamo l’ufficialità”.
Il voto decisivo del Parlamento europeo è fissato per il 27 novembre a Strasburgo, e, in caso di approvazione, il nuovo esecutivo europeo, guidato da Ursula von der Leyen, entrerà in carica il 1° dicembre.
Il leader del gruppo dei Popolari europei, Manfred Weber, ha espresso soddisfazione per l’accordo: “Abbiamo trovato un approccio bilanciato. La cosa più importante è avere una Commissione in carica il primo dicembre e garantire stabilità in Europa”. Weber ha sottolineato il ruolo centrale dei tre gruppi di maggioranza, aggiungendo: “Socialisti, popolari e liberali avranno una forte influenza nella prossima Commissione, e anche l’Italia deve essere parte della leadership”.
Questa intesa rappresenta un passo fondamentale verso l’insediamento del nuovo esecutivo Ue, segnando una collaborazione decisiva tra le principali forze politiche europee.