Caso Pierina Paganelli: La Scoperta di Due DNA Femminili Cambia le Indagini sull’Omicidio
Un colpo di scena riapre il caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate il 3 ottobre dello scorso anno a Rimini. La scoperta di due tracce di DNA femminile, isolate sui vestiti della vittima, segna una svolta nelle indagini, mettendo in discussione le ricostruzioni finora accreditate e offrendo nuovi spunti investigativi.
La rivelazione è emersa durante una riunione tra i periti di parte e il consulente nominato dal Gip di Rimini, Vinicio Cantarini. I nuovi test di laboratorio, condotti utilizzando tecnologie avanzate come la crime-lite, hanno permesso di isolare due profili genetici femminili: uno sulla gonna della vittima, all’altezza della vita, e l’altro sulla maglietta, vicino a una coltellata. Questi dati sono significativi non solo perché suggeriscono la presenza di due donne diverse sulla scena del crimine, ma anche perché il DNA dell’unico indagato finora, il 34enne Louis Dassilva, non è stato rilevato sui reperti analizzati. La scoperta mina le certezze dell’accusa e obbliga a rivedere le ipotesi sulla dinamica dell’omicidio.
Louis Dassilva, il vicino di casa della vittima, è attualmente in carcere dal 16 luglio con l’accusa di omicidio. La sua figura era finita al centro delle indagini per via della sua precedente relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, nuora della vittima. Tuttavia, i nuovi esami sembrano scagionarlo ulteriormente: “Non è emerso il profilo di Dassilva, neanche con le nuove tecnologie,” ha dichiarato il suo avvocato, Riario Fabbri. Un altro profilo maschile identificato nelle prime fasi dell’indagine, definito “maschio 3”, è stato ulteriormente analizzato ma non ha portato a risultati utili. Questo, unito alla scoperta dei due DNA femminili, apre nuovi scenari su chi possa essere coinvolto nel delitto.
La scoperta dei due DNA femminili pone interrogativi cruciali: chi sono le donne presenti sulla scena del crimine? Le tracce sono troppo esigue per un confronto genetico immediato, ma sarà necessario verificare se appartengano a persone che avevano accesso al garage o che potrebbero essere collegate alla vittima. Il loro coinvolgimento è diretto o accidentale? Non è escluso che le tracce possano appartenere ai soccorritori intervenuti dopo il delitto, ma questa ipotesi dovrà essere verificata. Come si colloca questa scoperta nel contesto del delitto? La presenza di due persone diverse suggerisce un’azione complessa o la possibilità di un coinvolgimento multiplo. Se confermato, questo elemento ribalterebbe la narrativa di un omicidio compiuto da un solo individuo.
La scoperta dei nuovi DNA rappresenta un punto di svolta nelle indagini. Non solo mette in discussione la posizione di Dassilva, ma obbliga gli inquirenti a espandere il raggio d’azione, includendo nuovi sospetti e cercando connessioni con il contesto sociale e familiare di Pierina Paganelli. La difesa di Dassilva, inoltre, potrebbe richiedere ulteriori accertamenti per consolidare l’estraneità del proprio assistito, mentre l’accusa dovrà affrontare il compito di spiegare come e perché queste tracce femminili siano presenti sui vestiti della vittima.
La scoperta di due profili genetici femminili cambia radicalmente il corso del caso, suggerendo la possibilità di una nuova dinamica del delitto. Conclusioni affrettate sembrano ora impossibili: il quadro investigativo si arricchisce di dettagli che potrebbero portare a un allargamento della lista dei sospettati o a una reinterpretazione degli eventi. La risoluzione dell’omicidio di Pierina Paganelli appare ora più complessa, ma anche più vicina, grazie a queste nuove evidenze. Tuttavia, resta il compito arduo di trasformare queste tracce in prove concrete che possano riscrivere definitivamente la verità su quanto accaduto quel giorno nel garage di via del Ciclamino.