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“Pronto a trarre conseguenze”. Terremoto M5S, l’annuncio di Conte dopo le Regionali

Pubblicato: 20/11/2024 08:19

«Se il cammino intrapreso finora sarà messo in discussione, agirò di conseguenza, come è giusto fare», afferma Giuseppe Conte. Questa dichiarazione del presidente del M5S assume un peso differente rispetto a quanto già detto a settembre, soprattutto alla luce della recente sconfitta del Movimento in Emilia-Romagna e Umbria. Con l’assemblea costituente del Movimento in programma a Roma nel weekend, Conte si trova a gestire un partito in seria crisi di consensi e prospettive.
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L’ex premier è sotto pressione, diviso tra delle forze contrastanti: da un lato, il continuo attacco di Beppe Grillo, che ha criticato la conduzione del partito, e le affermazioni di Danilo Toninelli che sostiene che Conte «si è scavato la fossa da solo». Virginia Raggi, tra le altre cose, appare preoccupata e considera il M5S quasi spacciato. All’interno del gruppo dei contiani, emergono visioni divergenti: Roberto Fico, Alessandra Todde e Stefano Patuanelli promuovono un’alleanza con il centrosinistra, mentre Chiara Appendino preme per una maggiore autonomia. «La mancanza di una forte identità – afferma Appendino – ci sta facendo perdere terreno, siamo in balia del Pd». Questo pensiero è condiviso anche dal direttore del Fatto, Marco Travaglio, un influente consigliere del Movimento.

«Non possiamo tornare alla retorica del “vaffa” ora che abbiamo assunto responsabilità di governo», riflette Conte durante un’intervista su Rai News 24. Tuttavia, il M5S si trova in una situazione difficile: mantenere l’alleanza con il Pd non sembra portare benefici elettorali, mentre allontanarsene potrebbe compromettere la loro credibilità. Altri membri del Movimento iniziano a mettere in discussione la capacità di leadership di Conte, rievocando la storia recente quando, dopo un deludente risultato elettorale nel 2020, Luigi Di Maio decise di fare un passo indietro.

Questa crisi interna del Movimento rischia di minare i successi del blocco progressista. In soli due anni, gli equilibri politici hanno subito profondi cambiamenti. Nelle Politiche del 2022, FdI ottenne il 26%, il Pd il 19% e M5S il 15,6%; da allora, i sondaggi hanno mostrato una graduale crescente popolarità per il Movimento, che ha superato il Pd, sceso al 16%, mentre FdI si manteneva attorno al 30%. Tuttavia, le elezioni del 2024 hanno restituito un quadro completamente diverso: nelle elezioni comunali, il Pd e i suoi alleati hanno ottenuto sei vittorie su sei; nelle elezioni regionali, il centrodestra ha vinto in sei regioni, mentre il M5S è rimasto con tre. Alle politiche, la distanza tra Pd e FdI era di otto punti, ridotta a quattro alle europee. La segreteria di Elly Schlein si mostra rinvigorita, facendosi applaudire all’assemblea dei deputati del Pd, e lei sottolinea l’importanza del «lavoro collettivo» per la vittoria.

L’atmosfera è simile tra i rossoverdi, con Avs stabile tra il 4 e il 6% alle europee, superando il 10% a Bologna. Tuttavia, l’indebolimento del M5S complica la situazione. «Per sconfiggere le destre abbiamo bisogno di loro», sostiene Angelo Bonelli. D’altra parte, Matteo Renzi critica Conte per la sconfitta in Liguria e auspica un M5S autonomo: «In tutto il mondo si sta o da una parte o dall’altra. Non metto veti». Tuttavia, Renzi non è visto di buon occhio né dai 5 Stelle né da Avs, con Nicola Fratoianni che sottolinea: «Le sue politiche non sono compatibili con le nostre».

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Ultimo Aggiornamento: 20/11/2024 08:20

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