Matteo Salvini si troverà costretto a rinunciare al Veneto. Giorgia Meloni ha ormai superato ogni freno su questa questione. Anche se manca un anno alle elezioni, per la presidente del Consiglio e il suo partito, Fratelli d’Italia, l’intento di proporre un candidato del suo schieramento è ormai privo di ostacoli. La Lega dovrà accettare questa realtà dopo i risultati delle recenti elezioni regionali, che hanno visto un crollo delle sue percentuali a fronte della crescita di Meloni. Il primo nome per la successione è Luca De Carlo, senatore e coordinatore veneto di Fdi, ma sono salite alla ribalta anche le quotazioni di Elena Donazzan, molto apprezzata alle europee con Fratelli d’Italia e attualmente assessora nella giunta di Luca Zaia, il quale potrebbe essere candidato sindaco di Venezia nel 2015.
Per il momento, Salvini si ripara dietro una presunta forza numerica in una regione dove la Lega ha storicamente ottenuto molte vittorie. Tuttavia, questi risultati sono stati strettamente legati al carisma di Zaia, che ha sempre raccolto consensi ben superiori a quelli del suo partito. Al prossimo turno di elezioni, l’assenza della sua ricandidatura, dopo due mandati, cambierà notevolmente le dinamiche. Non sembra esserci, al di fuori della Lega, la volontà di cambiare la legge per permettergli di fare un terzo mandato, e il partito non gode più della stessa popolarità di un tempo.
La situazione di Salvini è in continua discesa al Centro e al Sud, dove ha registrato percentuali ben al di sotto del dieci per cento nelle ultime consultazioni. Sebbene abbia ripreso un po’ di terreno in Liguria, in altre regioni come Sardegna, Emilia Romagna e Umbria ha dovuto cedere il passo a Forza Italia, scendendo da percentuali superiori al trenta per cento. In particolare in Umbria, l’affermazione della governatrice uscente Donatella Tesei si è rivelata un errore: la Lega ha raccolto solo il 7,7%, perdendo ben 29,3 punti rispetto alle regionali del 2020. Inoltre, questo calo ha influito anche su Fratelli d’Italia, la quale ha perso 11,2 punti rispetto ai risultati delle europee. Meloni, commentando la situazione da Rio de Janeiro, ha espresso una valutazione mista: ha lodato Tesei ma ha anche suggerito che è necessario riflettere su cosa non abbia funzionato, un chiaro riferimento alla sua candidatura. Ha aggiunto che “non vincere sempre aiuta a tenere i piedi per terra”, il che pare un modo per deridere i suoi avversari, dato che il centrodestra ha trionfato in tutte le regionali ad eccezione di Sardegna, Emilia-Romagna e Umbria dall’inizio della legislatura.
Meloni, in vista delle elezioni per Regioni cruciali come Campania, Veneto, Marche e Puglia, intende evitare ulteriori errori. Vuole soprattutto evidenziare il predominio elettorale di Fratelli d’Italia rispetto alla Lega e a Forza Italia. Tuttavia, sottrarre il Veneto a Salvini si preannuncia una sfida ardua. Le tensioni all’interno della coalizione potrebbero quindi acuirsi proprio in questa regione, segnando un definitivo passaggio da parte della Lega. Si tratterebbe di un duro colpo alla leadership di Salvini, e resta da vedere se il centrosinistra saprà trarne vantaggio.