Secondo l’ultimo sondaggio SWG per La7, Fratelli d’Italia registra una lieve flessione dello 0,2%, scendendo sotto la soglia simbolica del 30% e attestandosi al 29,7%. Nonostante il calo, il partito di Giorgia Meloni mantiene saldamente la leadership tra le forze politiche italiane.
Nel centrodestra, la Lega guadagna uno 0,1% e raggiunge il 9%, superando Forza Italia, che rimane stabile all’8,9%. Un piccolo motivo di consolazione per Matteo Salvini, che però deve fare i conti con la perdita di due regioni chiave: l’Umbria, che era guidata dalla leghista Donatella Tesei, e la Sardegna, già passata di mano in precedenza. Noi Moderati chiude la coalizione di governo restando fermo all’1,2%.
Il centrosinistra: PD stabile, Alleanza Verdi Sinistra in crescita
Sul fronte opposto, il Partito Democratico di Elly Schlein si conferma stabile al 22,1%, una percentuale lontana da quella raggiunta alle recenti elezioni regionali. In Umbria, il Pd ha toccato il 30,2%, mentre in Emilia Romagna ha raggiunto il 42,9%, dimostrando la capacità di attrarre voti a scapito degli alleati. Alleanza Verdi Sinistra cresce dello 0,2% e si avvicina al 7%, consolidando il risultato delle elezioni europee.
Movimento 5 Stelle e Terzo Polo: variazioni minime
Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte perde uno 0,1% e si ferma all’11,2%. Resta il secondo partito dell’opposizione, ma i dati in discesa preoccupano. Tra i partiti centristi, Azione di Carlo Calenda registra una flessione dello 0,1% e scende al 2,5%, mentre Italia Viva di Matteo Renzi cresce dello 0,2%, raggiungendo lo stesso valore di Azione. Mentre +Europa, guidata da Riccardo Magi, registra una lieve perdita, fermandosi al 2%.
Il ruolo dell’astensione e i rischi per i sondaggi
Come dimostrato dalle elezioni in Umbria e Liguria, i sondaggi possono essere smentiti dai risultati elettorali, soprattutto quando l’astensione gioca un ruolo significativo. Esiste una porzione dell’elettorato che si mobilita solo se percepisce che il proprio voto può fare la differenza. Questo fattore potrebbe portare a variazioni più marcate nelle prossime rilevazioni, specialmente con il consolidarsi del “fattore entusiasmo” in seguito alle vittorie elettorali.