Sei pazienti sono deceduti in un arco di 35 giorni presso l’ospedale Papardo di Messina. Tutti avevano subito interventi di cardiochirurgia, che comprendevano l’installazione o la sostituzione di valvole cardiache e bypass coronarici. La Procura siciliana ha avviato un’inchiesta che ha già portato all’iscrizione di tre medici nel registro degli indagati, aprendo così a scenari preoccupanti. Le morti potrebbero essere state provocate da un batterio letale presente nelle aree in cui si sono svolte le operazioni. I carabinieri del Nas hanno infatti sequestrato due sale operatorie del dipartimento di Cardiochirurgia.
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I consulenti tecnici dei pubblici ministeri hanno segnalato diverse problematiche riguardanti la salubrità degli ambienti. È stata riscontrata una concentrazione di agenti patogeni oltre i limiti accettabili, il che solleva preoccupazioni sulla potenziale contaminazione di spazi sterili con un batterio letale che potrebbe aver influito sulle morti.
L’inchiesta era stata attivata in seguito alle denunce presentate a settembre da famigliari di pazienti deceduti nei giorni successivi a interventi per infezioni tipiche degli ospedali. Anche le valvole utilizzate durante le operazioni sono oggetto di indagine, ma la principale pista resta quella relativa al batterio letale. La situazione era emersa grazie a una denuncia presentata dall’avvocato Diego Lanza, dopo il decesso di Maria Dora Biondo il 23 settembre, dopo la sostituzione di una valvola mitralica. Le indagini successive hanno rivelato altri cinque casi simili di decessi, portando a un’inchiesta per omicidio colposo che coinvolge attualmente tre medici del nosocomio messinese.