Non ce l’ha fatta lo scialpinista austriaco coinvolto nella valanga che sabato pomeriggio ha travolto due trentenni nei pressi della parete nord della Cima Vertana, a 3.400 metri di quota. L’uomo, trasportato immediatamente all’ospedale di Bolzano e ricoverato in terapia intensiva, è spirato nonostante i disperati tentativi di salvarlo.
L’incidente e la lotta contro il gelo
I due amici, entrambi di nazionalità austriaca, sono stati sorpresi dalla slavina poco prima di raggiungere la vetta. Sebbene siano riusciti a liberarsi dalla neve, hanno dovuto affrontare un tempo indefinito bloccati alla base della parete, esposti a temperature glaciali che toccavano i -10 gradi. Questa lunga permanenza all’aperto ha provocato gravi stati di ipotermia.
I soccorsi e il tragico epilogo
I soccorritori li hanno trovati in condizioni critiche, prestando immediato soccorso. Uno dei due è stato trasportato in elicottero a Bolzano, ma le sue condizioni erano già disperate. Malgrado gli sforzi del personale sanitario, il suo cuore ha smesso di battere. L’altro scialpinista, meno grave, è stato sottoposto a cure per i sintomi dell’ipotermia.
Un monito per la sicurezza in montagna
Questo tragico episodio sottolinea ancora una volta i rischi delle attività alpinistiche in alta quota, dove la combinazione tra neve instabile e basse temperature può rivelarsi fatale. Le autorità locali raccomandano massima prudenza e di controllare sempre le condizioni meteo e nivologiche prima di affrontare percorsi così impegnativi.