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“L’ergastolo? Non è Pablo Escobar”. Filippo Turetta, la richiesta della difesa

Pubblicato: 26/11/2024 14:18

Filippo Turetta, accusato dell’omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, dovrebbe beneficiare di attenuanti generiche, mentre le aggravanti contestate, quali la premeditazione, la crudeltà e i comportamenti persecutori, non dovrebbero essere riconosciute. Questa è la richiesta avanzata dall’avvocata Monica Cornaviera, assieme al collega Giovanni Caruso, al termine di un’arringa di circa tre ore presso la corte d’Assise di Venezia.

La difesa non ha specificato una richiesta di pena. “Oggi mi trovo di fronte a una sfida complessa: difendere un imputato che ha confessato un omicidio grave e altri reati minori”, ha detto Giovanni Caruso all’inizio della sua esposizione.
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Il compito della difesa di Turetta è arduo, poiché l’accusa di omicidio volontario con aggravanti porta a una condanna all’ergastolo che appare imminente. Il legale ha sottolineato che “l’ergastolo è considerato da tempo una pena inumana e degradante e che l’obiettivo delle pene dovrebbe essere la riabilitazione del condannato, piuttosto che la vendetta dello Stato. Filippo Turetta sa che dovrà fare molti anni di galera, ma non è el Chapo, non è Pablo Escobar“.

Accanto ai suoi avvocati, il giovane ha seguito con un atteggiamento quasi impassibile la requisitoria del pubblico ministero Andrea Petroni, il quale ha richiesto l’ergastolo, mentre i familiari di Giulia erano assenti, tra cui il padre Gino Cecchettin.

“Pensate davvero che Filippo desideri evitare l’ergastolo? È triste dirlo, ma il suo unico contatto con l’umanità potrebbe avvenire con i compagni di cella, che vivono una realtà similmente compromessa”, ha affermato il legale. “La società attuale non è pronta ad accettare Filippo Turetta, ed è giusto che sia così: la pena implica tempo e lui è consapevole di dover trascorrere gran parte della sua esistenza in carcere”.

“L’avvocato rappresenta un giovane che ha tolto la vita a un’altra giovane, privandola di ogni possibilità di futuro, di sogni e di affetti”, ha dichiarato l’avvocato.

“Chi, se non Filippo Turetta, può non essere considerato capace di premeditazione?”, ha proseguito Caruso. “Perdonami, Filippo, ma non è un attore consumato; è insicuro: non sa se riprendere a giocare a pallavolo, se Giulia lo ami ancora”, ha aggiunto il legale. Il pm Petroni ha parlato di questo caso come di “un esempio di premeditazione”, ma Caruso ha dissociato questa affermazione, affermando che non si tratta affatto di un semplice caso illustrativo.

“C’è chi sostiene che quella lista di acquisti sia la prova di un’intenzione chiara? Davvero dimostra un evidente intento omicida?”, ha chiesto il difensore riguardo al documento che, secondo l’accusa, confermerebbe la premeditazione. “Alla luce di ciò, la premeditazione non è stata dimostrata, piuttosto si tratta di un ‘vediamo come va’”. Secondo la difesa, l’elenco rappresenta il tentativo di “convincere” Giulia a riprendere la relazione.

“Si tratta di un omicidio doloroso, ma non ci sono prove di crudeltà”, ha ribadito il legale, sottolineando come la crudeltà non dipenderebbe solo dal numero delle coltellate inflitte, 75 in totale, ma dai comportamenti emotivi del soggetto, i quali escluderebbero qualsiasi idea di premeditazione.

“Tutti gli indizi suggeriscono che si trattato di una reazione impulsiva, che l’ha portato a colpire in preda a un forte stato di agitazione emotiva”, ha continuato Caruso spiegando che l’imputato non ricorda quanti colpi ha inflitto o dove, eccetto due colpi mortali.

“Filippo Turetta era profondamente ossessionato da Giulia, al punto da tenere un monitoraggio costante dei suoi comportamenti. L’insistenza del ragazzo è innegabile, ma questo non equivale a dimostrare atti persecutori, che richiederebbero una condizione di ansia e paura costante”, ha puntualizzato il legale.

Parlando della relazione di oltre un anno, l’avvocato ha descritto come l’iniziale rapporto positivo si fosse gradualmente trasformato in un “amore tossico”, in cui Giulia, pur essendo una persona brillante e solare, si fosse resa conto che Turetta mostrava caratteristiche che non cercava e lo avesse quindi lasciato. Nonostante ciò, Giulia ha continuato la sua vita senza alterazioni significative, pianificando concerti anche dopo la fine della loro relazione, dimostrando di non temere per la sua incolumità.

In conclusione, la difesa ha richiesto l’assenza di riconoscimento delle aggravanti di premeditazione, crudeltà e atti persecutori, tutte contestazioni che andrebbero escluse in favore di una concessione delle attenuanti generiche. In subordine, se le aggravanti fossero riconosciute, ha chiesto una valutazione comparativa da parte della corte rispetto alle aggravanti.

Infine, la difesa ha sottolineato l’intenzione dell’imputato di costituirsi, con tre tentativi di contattare le autorità poco prima del suo arresto in Germania, e ha precisato come Turetta avesse accettato di rinunciare all’udienza preliminare, consentendo un rapido svolgimento del processo. Ha anche affermato che l’imputato si è scusato in più occasioni, mostrando preoccupazione per l’impatto che le sue azioni hanno avuto sui suoi genitori.

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Ultimo Aggiornamento: 26/11/2024 17:36

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