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Tutte le bugie di Chiara all’amica: “Mi disse di avere il ciclo ma in realtà aveva partorito”

Pubblicato: 26/11/2024 13:17

Chiara Petrolini aveva un’amica molto speciale, anch’essa di nome Chiara e coetanea. Il 21 agosto scorso, durante un’interrogazione con i carabinieri, l’amica ha affermato con fermezza che per lei “è impossibile che Chiara fosse incinta, perché me lo avrebbe sicuramente detto”. L’affermazione è sostenuta in un momento in cui gli inquirenti sono persuasi che qualcuno abbia assistito la studentessa, che ha seppellito nel giardino della sua villa a Traversetolo i due neonati partoriti tra maggio 2023 e agosto 2024. I carabinieri di Parma, che redigono il verbale, considerano però questa ragazza come “genuina nella sua testimonianza”. Non ha nulla a che fare con la vicenda.
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L’amica conserva un ricordo vivido, particolarmente legato al giorno in cui Chiara Petrolini ha dato alla luce il suo secondo figlio. Questo episodio evidenzia ancora una volta le menzogne della ragazza. È tutto documentato nell’ordinanza del 20 settembre, che ha portato agli arresti domiciliari la studentessa di 21 anni. Il giorno seguente, l’amica viene interrogata. C’è una registrazione di 17 secondi, risalente alle ore 12:37 del 7 agosto, sei ore dopo il parto: “Comunque, stanotte ho avuto un forte sanguinamento da ciclo. Amò, lascia stare, mi sento davvero male, te lo giuro!”. A quell’ora, il neonato era già nato, deceduto e sepolto. Anche i genitori erano all’oscuro di quanto accaduto. “Il 7 agosto ricordo che la madre di Chiara è passata con il figlio minore davanti al bar dove lavoro, diretta al mare. Parlammo di questo quella mattina e ci eravamo accordate per vederci quella sera. Poi mi ha inviato un messaggio vocale dicendo di aver avuto un ciclo abbondante”, racconta l’amica.

Il suo racconto prosegue con i ricordi della sera del 6 agosto, quando Chiara stava già avvertendo le contrazioni e di lì a poco avrebbe partorito. Quella sera, l’universitaria ha consumato alcol e marijuana, come riportato dall’altra Chiara agli inquirenti. Le due amiche hanno cenato insieme. “Credo che ognuna di noi abbia bevuto un paio di birre, forse Chiara ne ha bevuta una di più – spiega ai carabinieri -. Dai messaggi, ricordo che abbiamo fumato marijuana, una sola canna in due, e l’abbiamo fatta solo io e Chiara. Chiara se n’è andata intorno a mezzanotte o l’una. Era molto stanca dal lavoro e non vedeva l’ora di andare in vacanza; quella sera non era ubriaca, ma i suoi occhi si chiudevano per la fatica”. Sotto quella stanchezza si celava già un intricato groviglio di menzogne che Chiara Petrolini aveva tessuto attorno a sé.

Infine, dopo il ritrovamento del neonato nel giardino, l’amica viene nuovamente ingannata da Chiara Petrolini. Nei messaggi su Whatsapp, mostra un’apparente calma e registra un ulteriore messaggio vocale colma di menzogne. Alle 16:25 dell’11 agosto, due giorni dopo la scoperta, invia un audio da New York in cui dice: “Se i carabinieri ti cercano, devi stare tranquilla. Ho fatto il tuo nome perché eri l’ultima a vedermi la notte tra l’8 e il 9, quando ti ho accompagnata a casa”. Chiara Petrolini sapeva perfettamente che la sua amica sarebbe stata contattata dagli investigatori a causa del bambino che aveva partorito, ucciso e sepolto. Questa verità viene rivelata all’amica dieci giorni dopo, che, in lacrime, confesserà alla madre una volta tornata a casa. “Era della Chiara.” E la madre: “Nooo. Ma come?”. L’amica tradita risponde: “Non so cosa dirti”. Da quel momento, a Traversetolo, la domanda che tutti si pongono sarà: “Chi è davvero Chiara?”.

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