La situazione è diventata una battaglia incessante, con entrambi i lati determinati a non cedere. Giorgia Meloni osserva da lontano, pronta a decidere quale delle due fazioni dovrà inchinarsi. Si tratta di una strategia di “dividi et impera”, poiché è sempre la premier a esercitare il suo potere finale, mobilitando agguerrite forze non solo in Parlamento, ma anche oltre.
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Lega e Forza Italia, spesso supportata da Noi Moderati, sono in perenne conflitto su vari temi: dalle questioni bancarie, con Antonio Tajani che praticamente chiede al ministro Giorgetti di non “interferire” in faccende estranee alla politica. Il contrasto tra Giorgetti e Tajani, sebbene meno acceso di quello tra i leader, è costante, con il Ministero dell’Economia che nota una opposizione quotidiana e sistematica da parte di Forza Italia.
Nella commissione Bilancio, sulla questione del canone Rai si è creata una situazione di stallo, con Forza Italia e Noi Moderati contrapposti alla Lega e a Fratelli d’Italia. Il rischio è che si arrivi a un confronto diretto, con la maggioranza che potrebbe spaccarsi in commissione. È chiaro che Forza Italia è consapevole che la maggior parte delle sue proposte di modifica alla legge di bilancio (come la riduzione dell’Irpef o l’innalzamento delle pensioni) saranno respinte per mancanza di fondi. Ci saranno qualche concessione, ma nulla di realmente significativo.
Questo accade mentre le tensioni sembrano crescere, nonostante le dichiarazioni di “piena condivisione” che erano emerse durante il vertice tra i leader, e la frustrazione di Antonio Tajani, uscito dall’incontro visibilmente irritato. In sottofondo, emergono questioni di rilevanza strategica, come l’autonomia regionale e la giustizia, insieme alle posizioni divergenti su crisi internazionali e all’interno dell’Unione Europea. A Bruxelles, la coalizione italiana è frammentata in tre diversi eurogruppi. In particolare, Tajani non è disposto ad accettare l’idea, sostenuta da Fratelli d’Italia, che riguardo la successione a Raffaele Fitto la decisione spetti solo al partito della premier, rivendicando invece la delega agli Affari europei come facente parte delle sue prerogative.
Nel frattempo, le elezioni regionali si fanno ancora lontane, previste per l’autunno del 2025. Quali sono quindi le motivazioni di questa continua competizione fra i due partiti? La prima risposta è chiara: entrambe le forze cercano il predominio. Dall’alto di Forza Italia spiegano la situazione in questi termini: “Siamo ormai l’incontrastata seconda forza del centrodestra nelle ultime elezioni. Tuttavia, la Lega ha numeri parlamentari significativamente più alti e continua a imporre le proprie posizioni”. Per la Lega, c’è ovviamente la volontà di Salvini di mettere il timbro “fatto” accanto ai provvedimenti che ritiene prioritari, così come avviene nei meme sui social media.
Inoltre, Forza Italia considera la sua attuale posizione rispetto alla Lega un’anomalia temporanea, che non è stata ancora pienamente accettata. Anche ieri si sentivano lamentele in merito all’ultimo sondaggio Swg, che mostra Forza Italia leggermente avanti alla Lega (8,9% contro 8,7%): “Ma si tratta solo di due decimali, niente di definitivo”. In ogni caso, il partito punta sulla responsabilità, affermando: “Abbiamo votato a favore dell’autonomia pur consapevoli che ci fossero criticità, e la Corte costituzionale ci ha dato ragione. Accetteremo anche un decreto flussi che contiene elementi difficili da accettare, ma va bene… Poi, quando proponiamo soluzioni sensate, veniamo considerati dei sabotatori”.