Gino Cecchettin è indignato e infuriato. Nella giornata di martedì 26 novembre si è tenuta la requisitoria degli avvocati di Filippo Turetta, sotto processo per l’omicidio della figlia Giulia. Il pubblico ministero ha chiesto l’ergastolo per il 22enne reo confesso. Ma le parole dei suoi legali fanno esplodere il papà della ragazza brutalmente assassinata dal suo ex ragazzo che non accettava la fine della loro storia.
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L’arringa degli avvocati di Turetta
Gli avvocati di Filippo Turetta, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, hanno parlato in Corte d’Assise a Venezia, nell’ultima udienza prima della sentenza, prevista per il prossimo 3 dicembre. Il loro obiettivo è far ottenere le attenuanti al loro assistito per evitargli l’ergastolo. “Filippo Turetta sa che dovrà fare molti anni di galera ma non è el Chapo, non è Pablo Escobar. Non teme l’ergastolo perché da subito si è detto pronto a pagare per quanto commesso”, ha dichiarato l’avvocato Caruso negando la premeditazione dell’omicidio.
Secondo il legale, da parte di Filippo, “non c’è stata alcuna crudeltà, è stata un’aggressione con coltellate a caso, senza avere cognizione di causa, non è stato un atto freddo e pacato. Giulia non aveva paura di lui. Voleva lasciarlo, aveva anche scritto una lista in cui elencava i motivi per cui voleva interrompere quel rapporto”.
La durissima risposta di Gino Cecchettin
“Quando si esercita il diritto inviolabile della difesa per un imputato bisogna mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano. – sbotta Gino Cecchettin sul suo profilo Facebook e la sua pagina Instagram – Travalicarlo rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima e di suscitare indignazione in chi assiste. Io ieri mi sono sentito nuovamente offeso e la memoria di Giulia è stata umiliata”.