A “Zona Bianca” su Rete 4, è intervenuta Carla Gatto, nonna di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa con 75 coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Con parole cariche di dolore e lucidità, la donna ha commentato l’atroce vicenda. “Giulia aveva un cuore buono e lui lo sapeva”, ha detto, sottolineando come Turetta avesse pianificato tutto con freddezza. “È stato un assassino lucido”, ha aggiunto.
Parlando del rapporto tra i due, Carla Gatto ha ricordato le confidenze della nipote. “Lui diceva di amarla, ma non l’amava. Non si amano le donne in questa maniera”, ha affermato con fermezza, denunciando l’abisso che separa l’amore dalla violenza. La nonna ha poi rivelato un momento significativo: “Una volta Giulia si è confidata con me su Turetta. Si sentiva stretta in quel rapporto e lo aveva lasciato”. Di fronte a questo, la nonna l’aveva sostenuta con tutto il cuore: “Le dissi: hai fatto bene tesoro, continua per la tua strada e vedrai che sarai felice e andrà tutto bene”. Un messaggio di supporto che oggi, alla luce della tragedia, assume un significato straziante.
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Cosa ha fatto Filippo Turetta secondo il pm
Secondo il magistrato, infatti, Filippo Turetta ha pianificato l’omicidio Giulia Cecchettin. Si è segnato su un foglio gli oggetti da comprare per immobilizzare l’ex fidanzata, ha studiato le mappe per potersi disfare del corpo e ha organizzato la sua fuga da Vigonovo (Padova). Inoltre, non avrebbe mai considerato l’idea di poter risparmiare la vita alla ragazza, e meno che mai pensato di suicidarsi.
Proprio nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il pm Petroni ricostruirà in aula la relazione durata circa un anno e mezzo fra i due studenti di Ingegneria biomedica, l’ossessione incontenibile di Turetta per Giulia, la decisione della ragazza di lasciarlo e la successiva persecuzione messa in atto dall’ex. Infine, per l’accusa è scontato sostenere la crudeltà del delitto, visto che Turetta ha sferrato ben 75 coltellate contro Giulia.
Il pm ha anche aggiunto: “«Durante il primo incontro in carcere ho avuto la spiacevole sensazione di essere preso in giro» ha affermato il pm Andrea Petron, che per Turetta ha chiesto l’ergastolo. “Ha detto di aver prelevato i soldi per fare shopping, di avere il nastro per attaccare la pergamena della laurea di Giulia e i coltelli in auto per il suo suicidio. Esco dall’interrogatorio della scorsa udienza con la stessa spiacevole sensazione”
La requisitoria del pm
“Il rapporto tra Giulia Cecchettin e l’imputato è caratterizzato da forte pressione, dal controllo sulla parte offesa, le frequentazioni, le amicizie, le uscite. – attacca il pm in aula -Quanto accade l’11 dicembre del 2023 è l’ultimo di quegli atti di controllo di Turetta. Non ci saranno riflessioni sul femminicidio come tematica o alla Giornata di oggi, simbolo contro la violenza contro le donne, perché in questa sede si accertano solo responsabilità individuali. Noi siamo stati sempre prudenti nelle imputazioni, ma la richiesta finale di condanna è la conseguenza inevitabile dell’esito delle indagini”.