All’anagrafe si chiamava Giuseppe Muni, ma per tutti era semplicemente conosciuto come “Babbo Natale“. Partecipava a feste di quartiere e eventi di beneficenza, sempre disponibile a scattare foto e diffondere gioia tra i bambini. A 79 anni, un infarto lo ha portato via proprio nel momento in cui si apprestava a rimettere il suo iconico costume rosso. «Giuseppe era molto più di un semplice Babbo Natale; aveva sempre una parola dolce e motivante per chiunque. Era speciale, distinto dagli altri», lo ricorda Andrea Ledda, che ha organizzato numerosi eventi a Torino e nei dintorni.
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Giuseppe era diventato parte integrante della comunità torinese da oltre quindici anni, trasmettendo la gioia del Natale con passione, senza mai chiedere compenso. «Non chiedeva mai nulla in cambio, anche se alla fine accettava una piccola ricompensa dopo tante insistenze — racconta Ledda —. Ma tutto ciò che riceveva lo destinava a un’associazione che supporta bambini orfani, una causa a cui teneva moltissimo. Era una persona riservata, ma parlava spesso di loro e li andava a trovare più volte alla settimana».
Anche al di fuori del suo amato costume, Giuseppe era ben riconosciuto e amato durante tutto l’anno. «Anche quando si presentava semplicemente per assistere agli eventi, tutti lo salutavano affettuosamente. Ormai per tutti era Babbo Natale, anche senza i suoi abiti». La notizia della sua scomparsa ha colto tutti di sorpresa: «Giuseppe stava bene. Se non lo contattavo, era lui a chiedermi quali fossero i nostri piani per il weekend. Il 17 novembre era presente con me alla storica festa di via Frejus e avevamo già in programma diversi eventi da qui a Natale. Avremmo dovuto visitare via Borgaro domenica, ma ora non sarà possibile. La sua assenza si farà sentire: ci sono tanti artisti che possono interpretare Babbo Natale, ma lui rimarrà unico».