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Femminicidio Lorena Quaranta, niente “stress da Covid”: confermato l’ergastolo per Antonio De Pace

Pubblicato: 28/11/2024 17:58

La decisione della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna all’ergastolo per Antonio De Pace, respingendo la richiesta di attenuanti generiche avanzata dalla difesa. La Suprema Corte aveva precedentemente annullato con rinvio la sentenza di secondo grado, sostenendo che i giudici non avevano tenuto adeguatamente conto dello “stress” che l’imputato avrebbe subito a causa del Covid-19.
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Questa tesi era stata condivisa anche dalla Procura generale di Reggio Calabria: il sostituto pg Domenico Galletta, nella sua requisitoria, aveva chiesto di ridurre la condanna a 24 anni di carcere. Tuttavia, la Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Angelina Bandiera e con a latere il giudice Caterina Asciutto, non ha accolto questa linea e ha confermato la pena massima.

Le argomentazioni della difesa

Durante le arringhe del 17 ottobre, i legali di Antonio De Pace — gli avvocati Salvatore Staiano, Bruno Ganino e Marta Staiano — avevano chiesto una “pena proporzionata” ai fatti, sostenendo che il delitto non poteva essere considerato di genere. Secondo la difesa, si trattava di un omicidio apparentemente senza causale, se non quella dello stato di angoscia e della fragilità emotiva dell’imputato, che aveva tentato il suicidio per due volte.

Il futuro del processo

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Solo allora sarà possibile comprendere le ragioni del rigetto delle attenuanti e capire se ci saranno ulteriori sviluppi, come un nuovo ricorso in Cassazione.

La vicenda, già complessa dal punto di vista giuridico, ruota attorno a questioni che riguardano la valutazione dello stato psicologico dell’imputato e il suo presunto legame con l’impatto del Covid-19. Per ora, la Corte ha scelto una linea di rigore, confermando l’ergastolo e respingendo ogni ipotesi di riduzione della pena.

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Ultimo Aggiornamento: 28/11/2024 17:59

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