Silvana Inserra, 47 anni, ex modella, ha perso la vita nel 2020 a seguito di un intervento di liposuzione. Sei giorni dopo l’operazione, qualcosa è andato storto, portando al suo decesso. Per la tragedia, l’anestesista che l’ha assistita è stata condannata a due anni di reclusione per omicidio colposo.
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Secondo i giudici della nona sezione del tribunale monocratico di Roma, l’anestesista ha mostrato “imprudenza e negligenza”, non riconoscendo la gravità della situazione o sottovalutandola. Anche la clinica, situata nel quartiere Salario di Roma, è stata ritenuta responsabile civile e, insieme all’anestesista, dovrà risarcire il marito di Inserra con 100mila euro di provvisionale e pagare 5mila euro di spese legali.
Il Processo e la Condanna
Durante il processo, il pubblico ministero ha evidenziato che l’anestesista avrebbe provocato alla paziente una “sofferenza continuativa per oltre 40 minuti” senza intervenire adeguatamente. Come spiegato dall’avvocato di parte civile, la morte di Inserra poteva essere evitata con una diversa somministrazione dei farmaci o con l’interruzione dell’intervento. “Un trattamento tempestivo avrebbe potuto salvarle la vita”, ha sottolineato il legale.
Il marito dell’ex modella ha espresso profondo dolore e rabbia: “Questa clinica avrebbe dovuto assumersi le proprie responsabilità. È una negligenza inaccettabile”.
La Tragedia
Il 4 febbraio 2020, Inserra si era recata da Sorrento a Roma per correggere un’imperfezione lasciata da un precedente intervento. Quella che doveva essere una routine si è trasformata in un dramma: l’operazione è stata interrotta, la paziente rianimata e trasferita all’ospedale San Giovanni Addolorata. Nonostante i tentativi di salvarla, Inserra è morta per “ipossia” causata da un mix errato di farmaci. L’anestesista avrebbe dovuto monitorare il trattamento e agire tempestivamente, ma ciò non è accaduto.