Non tutti sanno che nell’immondizia c’è una miniera d’oro. Sembra strano detto così, ma è la realtà. Questo perché la maggior parte dei dispositivi tecnologici che utilizziamo, dagli smartphone ai computer, contengono componenti placcati in oro, dato che questo è un eccellente conduttore di elettricità, Inoltre resiste all’ossidazione ed è inalterabile. Recuperare queste piccole quantità di metallo prezioso dai dispositivi è quindi un’attività che potrebbe rivelarsi redditizia, in fondo non costa nulla e potrebbe anche essere divertente. Pensate che sono nel 2022 sono state circa 62 milioni le tonnellate di rifiuti elettronici smaltiti in tutto il mondo. Ma vediamo dove è possibile ricavare più oro e quanto ci si potrebbe guadagnare.
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Dove si trova maggiormente l’oro
Come spiega Alessandro Nuzzo su Money.it. è soprattutto sulle schede madri che si trova una piccola quantità d’oro a 22 carati. Certo, la quantità è irrisoria ma se si opera su più dispositivi e per un tempo abbastanza lungo si riesce a mettere da parte una significativa quantità che poi si può rivendere. Pensate che in base alle stime, citate nell’articolo, una tonnellata di schede madri può contenere fino a 150 grammi di oro puro, oltre ad altri metalli preziosi come argento, palladio e rame. Questi materiali possono dunque generare un rendimento di oltre 19mila euro a tonnellata. Il loro recupero, dunque, sta diventando un business. Ma dove si trova maggiormente l’oro nei dispositivi elettronici? Oltre che nella scheda madre, si trova nella memoria ram o nei processori. Vediamo le quantità: “In genere in uno smartphone è presente 1/3 di grammi d’oro che da un punto di vista commerciale e alle quotazioni attuali vale circa 2 euro. Nei computer va ancora meglio. Dispositivi come quelli Apple hanno più parti e componenti in oro. In linea generale, all’interno di un computer è presente in circa 1/5 di grammi. Stando alla quotazione odierna equivale a circa 12 euro”.
Come recuperarlo
Ma come si recupera praticamente questo oro da pc o smartphone? Non è facile, perché è richiesta una procedura abbastanza complessa, oppure l’utilizzo di batteri naturali. Questo perché l’oro viene legato con altri metalli, quindi per estrarlo servono acidi appositi. L’altra alternativa per estrarre l’oro in modo pulito e efficiente è usare batteri naturali tramite un processo chiamato biolisciviazione. “Tale processo sfrutta il metabolismo di batteri naturali, come l’Acidithiobacillus ferrooxidans, che producono agenti ossidanti capaci di sciogliere i metalli in soluzione”. La tecnica, però, è in fase di sperimentazione.