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Corteo pro Palestina a Roma, manifestanti incappucciati attaccano un supermercato

Pubblicato: 30/11/2024 18:34

Un corteo di oltre diecimila manifestanti ha sfilato a Roma, partendo da Piazza Vittorio Emanuele con uno striscione che recita: “Stop al genocidio e al massacro in Libano. Israele ci porta alla guerra, Palestina libera“. La manifestazione, organizzata a sostegno della Palestina, è stata anticipata da una grande bandiera palestinese che ha dominato la testa del corteo, mentre tra i partecipanti spiccavano cartelli e simboli contro le politiche israeliane. Uno dei cartelli, in particolare, ritraeva il volto del presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ricoperto da macchie di sangue. Poco prima di questi episodi simbolici, si è verificato un attacco al supermercato Carrefour di via Labicana, dove un gruppo di manifestanti ha sfondato le vetrine e imbrattato i muri circostanti con slogan contro Israele e a favore della “resistenza palestinese”.
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La protesta, che ha attraversato i principali punti della città come via dello Statuto, via Merulana e piazza del Colosseo, è stata segnata da momenti di forte tensione. Alle 16:40, un gruppo di manifestanti incappucciati ha lanciato bombe carta contro la polizia e ha affisso uno striscione con la scritta “Siamo tutti infiltrati“. Questi attimi di violenza sono stati preceduti da un attacco al Carrefour di via Labicana, dove alcuni individui hanno sfondato le vetrine del supermercato e imbrattato i muri circostanti con slogan contro Israele e a favore della “resistenza palestinese”. Inoltre, in viale Aventino, un altro episodio ha visto alcuni manifestanti arrampicarsi sul muro vicino alla sede della FAO, sostituendo le bandiere israeliane con quelle palestinesi.

Un corteo che unisce diverse realtà

La manifestazione ha visto la partecipazione di varie associazioni palestinesi, collettivi universitari e gruppi di anarchici. Non solo, ma anche rappresentanti di movimenti di sinistra come Potere al Popolo, centri sociali e altre realtà solidali hanno aderito all’iniziativa. Il percorso del corteo si è snodato attraverso le principali vie del centro, tra cui via di San Gregorio e viale della Piramide Cestia, per terminare in piazzale Ostiense, dove si sono verificati scontri durante una protesta precedente il 5 ottobre.

Le preoccupazioni per la sicurezza e le possibili infiltrazioni

Le forze dell’ordine hanno adottato misure di sicurezza straordinarie per monitorare i partecipanti, con oltre mille agenti schierati lungo il percorso. La questura di Roma ha avuto il compito di controllare i pullman provenienti da tutta Italia, tra cui Milano, Bologna, Napoli e Genova, con l’intento di evitare possibili infiltrazioni da parte di gruppi violenti. Inoltre, tra le preoccupazioni delle autorità c’era il rischio che la manifestazione fosse utilizzata come pretesto per portare anche a Roma le tensioni legate alla morte di Ramy Elgaml, il giovane 19enne deceduto a Milano dopo un inseguimento con la polizia. Le scritte contro le forze dell’ordine apparse a Milano nei giorni precedenti, infatti, hanno alimentato il timore di un’escalation.

La manifestazione e le sue motivazioni

Il corteo è stato convocato in risposta alla crisi in Palestina e in Libano, con un forte richiamo alla solidarietà internazionale contro quello che gli organizzatori definiscono un “genocidio” e un “massacro” in corso. In un manifesto che ha accompagnato l’iniziativa, si legge che il corteo vuole “riprendersi la piazza” e opporsi al sionismo, descrivendolo come un pericolo non solo per i popoli arabi, ma per il mondo intero. La giornata ha visto anche azioni di protesta, come quella che ha coinvolto la sede della Leonardo, in piazza Monte Grappa, dove due uomini sono stati denunciati per aver imbrattato l’ingresso con vernice rossa.

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