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Carola annega la figlia neonata e tenta un gesto disperato: “Aveva chiesto aiuto, cosa le hanno risposto”

Pubblicato: 04/12/2024 09:49

Carola Finatti ha cercato aiuto, ma è stata rimandata a casa con una prescrizione di farmaci. Tre mesi dopo, ha annegato la sua bambina di 10 mesi, Perla, nella vasca da bagno della loro abitazione a Nole Canavese, vicino a Torino. Dopo l’atto disperato, ha tentato il suicidio infliggendosi ferite all’addome, ai polsi e alla gola. Suo marito, Antonio, è giunto in tempo per riportarla in salvo, ma per la loro figlia non c’era più nulla da fare. Recentemente, Carola ha avuto il suo primo interrogatorio con il pubblico ministero Elena Parato.
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Perla era una figlia tanto desiderata, cercata a lungo, come racconta Carola durante l’interrogatorio. La donna alterna momenti di chiarezza a periodi di confusione, specialmente riguardo all’atto compiuto. Come riportato dal Corriere della Sera, Carola fatica a superare il momento in cui ha messo Perla nella vasca.

Dopo la nascita, ha cominciato a soffrire di depressione post-partum. Si è resa conto di avere bisogno di aiuto e ha deciso di consultare uno specialista, supportata dalla sua famiglia: «In agosto ho chiesto di essere ricoverata, ma mi hanno detto che potevo restare a casa e mi hanno prescritto alcuni farmaci».

Sebbene Carola non riesca a elaborare l’episodio tragico, ricorda chiaramente i momenti precedenti. Con le lacrime agli occhi, racconta di aver tolto il body a Perla, specificando dove lo ha riposto e in quale bagno della casa si trovasse. Gli eventi successivi rimangono confusi, compresi i tentativi di suicidio che l’hanno portata a un ricovero e a una terapia intensiva, prima di essere trasferita nel reparto per detenuti. L’avvocato di Carola sta considerando la possibilità di richiedere una perizia psichiatrica per valutare la sua lucidità al momento del crimine.

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