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Conte e il “dopo Grillo”: il cammino tortuoso verso un’alleanza con il Pd

Pubblicato: 04/12/2024 10:15

La lotta intestina fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo all’interno del Movimento 5 Stelle è arrivata a un punto di svolta. L’analisi di Stefano Folli pubblicata su Repubblica mette a fuoco in modo efficace il duello interno tra il fondatore e l’attuale leader del partito, tracciando un quadro sul futuro del Movimento 5 Stelle e soprattutto sulla sua relazione con il Pd.

La crisi dell’anti-politica e la necessità di una nuova agenda

L’intervento di ieri di Beppe Grillo, atteso con una certa trepidazione, si è rivelato un’azione simbolica più che concreta. Grillo ha sfoderato il suo classico repertorio di frasi a effetto e provocazioni — dal “carro funebre” al “mago di Oz” — ma senza introdurre vere novità o prospettive di rilancio. Come sottolinea Folli, la dichiarazione “il movimento è morto” sancisce una realtà ormai evidente: il M5S non ha più la spinta propulsiva degli anni d’oro e il suo fondatore appare sempre più relegato al ruolo di nostalgico spettatore.

Questo però non implica un immediato successo per Giuseppe Conte. Pur essendo il leader de facto del Movimento, Conte non può ancora definirsi un vincitore politico. La sfida principale, osserva Folli, sarà costruire un’identità coerente per il partito, abbandonando definitivamente le ambiguità dell’anti-politica che ne avevano decretato il trionfo elettorale nel 2018.

Il modello basato su slogan come l’abolizione della povertà, il reddito di cittadinanza e i super-bonus si è dimostrato insostenibile, incapace di tradursi in un’azione di governo incisiva. Anche sul piano internazionale, l’ambiguità del Movimento, a tratti vicino a posizioni filo-russe, ha compromesso la sua credibilità.

Ora Conte ha un’occasione importante: ristrutturare il M5S in una forza politica definita, ma questo percorso dovrà passare inevitabilmente attraverso una collaborazione con il Partito Democratico. Come evidenzia Folli, il Pd di Elly Schlein, con un peso elettorale circa doppio rispetto al Movimento, non lascerà spazio per competizioni egemoniche.

Il futuro del centrosinistra e il ruolo del M5S

Se il Movimento 5 Stelle vuole sopravvivere, la contesa per la leadership del centrosinistra dovrà essere accantonata. Romano Prodi, in una recente dichiarazione, ha sgombrato il campo da equivoci, ribadendo che i 5S non sono un partito di sinistra. Questo potrebbe spingere Conte ad abbracciare un nuovo ruolo, accettando di essere il secondo partito della coalizione e rinunciando al sogno, forse irrealizzabile, di tornare a Palazzo Chigi come premier.

Il problema, però, resta il medesimo: vincere le elezioni. E per farlo, sarà necessaria un’agenda chiara e innovativa che vada oltre il populismo e le vecchie ricette. Folli conclude sottolineando che, senza un cambiamento radicale, il M5S rischia di rimanere schiacciato tra la forza numerica del Pd e le ambizioni frammentate degli altri attori del centrosinistra.

Una transizione in bilico

L’analisi di Stefano Folli evidenzia una realtà complessa: mentre Grillo esce definitivamente di scena (almeno rispetto ai 5Stelle), Conte si trova davanti a una strada tortuosa. Se saprà trasformare il Movimento in una forza politica credibile, evitando nostalgie grilline e puntando su un’alleanza pragmatica con il Pd, potrà ancora giocare un ruolo nella politica italiana. Altrimenti, il M5S potrebbe rischiare l’irrilevanza definitiva.

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Ultimo Aggiornamento: 04/12/2024 10:20

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