Momenti di panico al Palazzo di Giustizia di Milano, dove un indagato per stalking, per il quale era stata chiesta l’archiviazione, ha dato in escandescenza. Ha minacciato l’ex moglie, che si era opposta alla chiusura del caso, con frasi come: “Ti taglio la testa” e “Vi brucio tutti”, arrivando quasi ad aggredire lei, la sua avvocata e persino la giudice presente.
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L’episodio si è protratto per circa un quarto d’ora, con grida e minacce che hanno terrorizzato i presenti nella stanza. Solo l’intervento di un vigilantes è riuscito a portare l’uomo fuori dall’ufficio del magistrato, mentre i presenti, tra cui gli avvocati e i magistrati tirocinanti, erano impotenti di fronte alla sua rabbia.
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Secondo le testimonianze, la mancanza di presidi di sicurezza adeguati ha rallentato un intervento tempestivo dei carabinieri. Le stanze dei giudici del piano gip, dove si svolgono le udienze più delicate, non sono dotate di sistemi di allarme per chiamare rapidamente le forze dell’ordine, un aspetto che ha aggravato la situazione.
Ora, dopo il grave episodio, è molto probabile che la Procura riapra le indagini sull’indagato, valutando una misura cautelare per tutelare l’ex moglie. Inoltre, potrebbe aprirsi un fascicolo per oltraggio e minacce a pubblico ufficiale nei confronti della giudice, che sarà gestito dalla Procura di Brescia, competente per i reati contro magistrati milanesi. Questo evento ha sollevato nuove polemiche sulla sicurezza nelle aule di giustizia, evidenziando la necessità di interventi strutturali per evitare episodi simili in futuro.