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Andrea Purgatori, “morto per la negligenza dei medici”. In quattro rischiano il processo

Pubblicato: 09/12/2024 18:47

La scomparsa del giornalista Andrea Purgatori, avvenuta il 19 luglio 2023, sarebbe il risultato della negligenza di quattro professionisti del settore medico. Questo è quanto riportato nell’avviso di conclusione delle indagini: i radiologi Gianfranco Gualdi, Claudio Di Biasi, Maria Chiara Colaiacomo e il cardiologo Guido Laudani avrebbero «provocato con comportamenti colposi il decesso di Purgatori». La decisione del procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, e del sostituto Giorgio Orano si basa sui risultati di una perizia presentata nei mesi scorsi da esperti designati dal tribunale. Nonostante fosse affetto da un tumore ai polmoni, Purgatori avrebbe potuto avere una maggiore aspettativa di vita, interrotta da «errori diagnostici» e da una mancanza di attenzione inaspettata.
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Entrando nei dettagli, i radiologi in questione «con grave negligenza» ritennero di aver individuato nella risonanza magnetica dell’8 maggio 2023 delle metastasi inesistenti, che avrebbero dovuto essere trattate con una radioterapia non necessaria.

Dopo ulteriori indagini, i pubblici ministeri accusano principalmente Gualdi, il quale «sostenne con determinazione, sulla base dell’errata diagnosi, la necessità di iniziare immediatamente le cure radioterapiche per Purgatori… ciò non solo ha portato il paziente a subire una terapia inutile e debilitante, ma ha anche causato un serio sviamento nell’approccio diagnostico e terapeutico degli altri medici». Il giornalista, noto autore per La Sette, presentava già «lesioni cerebrali di natura ischemica e un quadro di embolizzazione pluriviscerale» che non furono affrontate.

La morte avvenne a causa di un’endocardite (un’infezione dei tessuti cardiaci) che era curabile. Di Biasi è accusato anche di falso, poiché «per nascondere l’errore diagnostico» ha insistito sulle metastasi inesistenti, mentre Laudani «ha omesso di seguire un corretto processo diagnostico» che avrebbe potuto rivelare le cause delle ischemie.

L’avvocato di Laudani, Nicola Madia, si è dichiarato «amareggiato»: «Purgatori è deceduto a causa delle naturali complicazioni di un gravissimo tumore polmonare con metastasi. Il mio assistito ha agito secondo le buone pratiche». Anche l’avvocato Fabio Lattanzi, che rappresenta Di Biasi e Colaiacomo, condivide questa posizione: «Siamo convinti che il procedimento si concluderà con un proscioglimento. Le testimonianze dei periti e le loro risposte ci danno la certezza che i miei assistiti non hanno alcuna responsabilità».

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