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Haiti, la guerra tra gang sfocia in un massacro: 184 morti in due giorni

Pubblicato: 09/12/2024 14:44

Ad Haiti, il conflitto tra bande armate è degenerato in un vero e proprio massacro, con un tragico bilancio di almeno 184 vittime nel corso del fine settimana, in una baraccopoli di Port-au-Prince. La notizia è stata riportata da Volker Turk, il responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite, che ha confermato che il numero di morti è aumentato in seguito a un’escalation di violenza tra le gang nella capitale. “La violenza è stata orchestrata dal capo di una potente banda nella zona di Cité Soleil”, ha dichiarato Turk ai giornalisti a Ginevra. “Con questi ultimi omicidi, il totale delle vittime dall’inizio dell’anno raggiunge la cifra impressionante di 5.000”, ha aggiunto.
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Il Comitato per la Pace e lo Sviluppo (Cpd) ha spiegato che quanto avvenuto nel weekend a Cité Soleil sarebbe in realtà il risultato di una vendetta pianificata dal leader di una banda, il quale accusa i seguaci del vudù di essere responsabili della morte di suo figlio. A tal proposito, il New York Times ha riportato la testimonianza di un residente locale, evidenziando che il massacro si è verificato tra venerdì e sabato nel quartiere di Wharf Jeremie, una delle zone più famose della baraccopoli. La maggior parte delle vittime sarebbero stati anziani, i cui corpi mutilati sono stati rinvenuti bruciati in strada.

Secondo il quotidiano statunitense, la misteriosa morte del figlio del capobanda Monel Felix, noto anche come Micanord, sarebbe il motivo scatenante del massacro. Monel Felix sospetta che alcuni abitanti del quartiere abbiano lanciato un maleficio contro suo figlio, portandolo a punire gli anziani e i praticanti del vudù. Questa religione, che ha radici in Africa occidentale, è ufficialmente riconosciuta ad Haiti, il Paese più povero dell’America Centrale.

Attualmente, il Paese è in balia di una violenza estrema perpetrata da bande armate che hanno preso il controllo di gran parte di Port-au-Prince. Una missione internazionale, composta in gran parte da agenti di polizia keniani, finora non è riuscita a ripristinare l’ordine sull’isola di Hispaniola.

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