La Procura di Prato ha avviato un’indagine sull’esplosione avvenuta a Calenzano, qualificandola come il risultato di “condotte scellerate”. Sono attualmente contestati reati quali l’omicidio colposo plurimo e le lesioni colpose, entrambi aggravati dalla violazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro. Inoltre, si ipotizza la rimozione o l’omissione dolosa di misure di sicurezza contro gli infortuni sul lavoro, insieme a disastro colposo, in base agli articoli 449 e 434 del codice penale, che riguardano chi provoca il crollo di una costruzione o un altro disastro. Queste accuse sono emerse in relazione all’incidente avvenuto lunedì 9 dicembre nell’area di carico del deposito di carburanti Eni a Calenzano (Firenze), che ha causato la morte di cinque persone e ferito 26, di cui tre in condizioni critiche. L’inchiesta è condotta dal procuratore Luca Tescaroli.
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Secondo le prime informazioni disponibili, l’esplosione sarebbe stata provocata da una fuoriuscita di carburante nella parte anteriore della pensilina di carico, attribuibile a una chiara violazione delle procedure di sicurezza. La Procura sostiene che le conseguenze di tali azioni irresponsabili non potevano essere ignorate o sottovalutate dal personale presente. Inoltre, il fatto che si stesse eseguendo una manutenzione su una linea di benzina rafforza l’ipotesi che ci siano state condotte discutibili legate all’incidente.
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Il procuratore Tescaroli ha già effettuato due sopralluoghi nel deposito Eni, ora sotto sequestro, e ha nominato consulenti tecnici per supportare l’inchiesta. Martedì 10 dicembre, sono state condotte perquisizioni negli uffici di Eni e presso la Sergen srl, l’azienda di Grumento Nova (Potenza) per cui lavoravano due delle vittime, Giuseppe Cirelli e Gerardo Pepe, entrambi di 45 anni, insieme ad alcuni feriti. Al momento dell’esplosione, i dipendenti della Sergen erano impegnati nella manutenzione di una linea di benzina dismessa, proprio nei pressi del luogo del sinistro.
La Procura ha formulato come ipotesi principale che durante i lavori si sia verificato un problema tecnico significativo. Un testimone ferito ha riferito di aver visto un liquido fuoriuscire e di aver avvertito un forte odore di carburante, il che potrebbe aver innescato l’esplosione. Per chiarire questi aspetti, la Procura ha richiesto tutta la documentazione relativa al deposito e alle attività dell’azienda, che sarà confrontata con le informazioni raccolte durante i sopralluoghi e le testimonianze. Il fascicolo d’inchiesta al momento è a carico di ignoti, ma le autopsie sui corpi delle cinque vittime potrebbero portare all’individuazione dei primi sospettati.
In merito alla Sergen srl, un lavoratore ferito ha dichiarato che l’azienda stava effettuando lavori di manutenzione nell’area di carico del carburante, compresa la rimozione di valvole e tronchetti per mettere in sicurezza una linea di benzina non utilizzata da anni.
Il procuratore Tescaroli, assistito dal sostituto procuratore Massimo Petrocchi, potrebbe anche acquisire la corrispondenza di Vincenzo Martinelli, 51enne autotrasportatore di Bt Trasporti e tra le vittime dell’esplosione, che si era mostrato preoccupato per le condizioni di sicurezza dell’impianto. Martinelli aveva segnalato anomalie riscontrate nella base di carico alla sua azienda. Nel frattempo, i consulenti nominati dalla Procura stanno già lavorando per chiarire le cause del disastro, mentre il Ris dei carabinieri ha effettuato un sopralluogo sul luogo dell’incidente.