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Enzo Tortora, la figlia Gaia contro il Pd: “Fate pietà, davvero”

Pubblicato: 12/12/2024 14:45
Enzo Tortora Gaia Pd

Niente istituzione della Giornata per le vittime degli errori giudiziari. La proposta di celebrare il 17 giugno, data dell’arresto di Enzo Tortora, ha trovato l’opposizione dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), guidata da Giuseppe Santalucia. Secondo l’ANM, l’iniziativa è “senza senso” perché rischia di generare sfiducia nel sistema giudiziario, andando in controtendenza rispetto alle numerose giornate dedicate alla memoria della legalità. La decisione ha scatenato la reazione di Gaia Tortora, vicedirettore del Tg La7 e figlia del noto giornalista e conduttore.
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Il post durissimo di Gaia Tortora

In uno sfogo su X, Gaia Tortora ha puntato il dito contro il Partito Democratico (Pd), che si è astenuto durante il voto: “Il Pd si è astenuto. E vi prego di leggere la ‘motivazione’ sul caso Tortora. Fate pietà, davvero”. Secondo il documento condiviso da Gaia, i dem avrebbero contestato il fatto che il testo base fosse stato presentato solo poco prima del voto. Inoltre, il deputato Federico Gianassi avrebbe espresso perplessità sulla mancata esplicita menzione al “caso emblematico” di Enzo Tortora nella proposta, sostenendo che fosse necessario definire meglio il concetto di errore giudiziario.

La posizione di Davide Faraone

A supportare Gaia Tortora è intervenuto Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva e promotore dell’iniziativa. Faraone ha confermato che Gaia Tortora aveva chiesto che la giornata fosse simbolica, ma senza associare esplicitamente il nome di suo padre: “Voleva che fosse un bene comune, senza nomi. Abbiamo modificato la proposta mantenendo il 17 giugno come data simbolica, senza un riferimento diretto a Enzo Tortora”.

Faraone ha poi criticato la mancata condivisione del progetto di legge da parte di tutte le forze politiche e l’opposizione del presidente dell’ANM. Ha infine sottolineato l’urgenza di una riforma: “Oltre alla giornata, serve una riforma. Il più presto possibile”. Il dibattito resta aperto, evidenziando ancora una volta le difficoltà nel trovare un equilibrio tra memoria, giustizia e consenso politico.

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