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Terremoto a Roccamonfina, ponte a rischio crollo: sotto esame la scuola “Amore”

Pubblicato: 12/12/2024 10:44

Roccamonfina sta cercando di riprendersi, anche se il processo si rivela complicato. Dopo le due scosse di terremoto che hanno colpito la zona, la più forte delle quali lunedì mattina alle 7.33 con una magnitudo di 3,6, e un’altra avvertita ieri sera alle 20.03 con un’intensità di 2,7, la paura è palpabile. Anche il più lieve movimento della terra è sufficiente a generare ansia tra la popolazione.
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Nella notte successiva al terremoto, molti residenti hanno scelto di trascorrere la serata all’aperto, rifugiandosi nelle loro auto per sfuggire al freddo e alla pioggia. Tuttavia, alcuni hanno trovato il coraggio di rientrare a casa, rimanendo comunque in allerta e pronti a reagire in caso di ulteriori scosse. Questa situazione potrebbe persistere per diversi giorni, con il sindaco Carlo Montefusco che ha dichiarato la disponibilità a creare una tendopoli in piazza Buco se le condizioni dovessero deteriorarsi. Lo stato di emergenza rimarrà in vigore almeno fino a venerdì.

La giornata di ieri è trascorsa senza ulteriori eventi sismici significativi, a parte alcuni rilevamenti strumentali. Nonostante ciò, il Centro operativo comunale e i vigili del fuoco hanno ricevuto diverse segnalazioni, inclusi alcuni falsi allarmi riguardanti scosse, come quello proveniente dalla frazione di Fontanafredda. Questo evidenzia la crescente tensione e paura tra i cittadini. Le stazioni dell’Ingv non hanno registrato nuovi eventi da martedì sera.

Particolarmente preoccupanti per i volontari sono gli anziani che vivono soli e le famiglie con membri allettati, che vengono costantemente aggiornati sulla situazione attraverso i social media. Il sindaco Montefusco invita alla calma e a non lasciarsi sopraffare dal panico, ma non esiterà a richiedere l’intervento della Protezione civile regionale nel caso si verifichi una terza scossa di forte intensità. «Stiamo vivendo uno sciame sismico, anche se solo due scosse sono state avvertite in modo significativo. Il dato importante è che la magnitudo è in diminuzione, il che indica una riduzione dell’energia e un fenomeno in fase di attenuazione, come confermato dagli esperti», ha dichiarato il sindaco, che continua a coordinare gli interventi e a monitorare la situazione senza sosta.

Tuttavia, la situazione potrebbe diventare imprevedibile se la magnitudo dovesse aumentare. L’epicentro rimane nella località di Pratolongo, all’interno del distretto vulcanico. «Per i geologi, l’attività sismica attuale potrebbe essere associata alla presenza della camera magmatica di Roccamonfina, che, sebbene inattiva da cinquantamila anni, potrebbe riattivarsi periodicamente, di solito con cicli di circa cinquant’anni», ha aggiunto il sindaco.

La storia dell’attività sismica supporta questa teoria, ricordando il devastante terremoto del 1967 di magnitudo 5.05, che portò all’abbandono del borgo di Cerquarola, e i terremoti del 1960 e del 1935, di intensità simile. Nel frattempo, continuano le verifiche sui danni e sulla stabilità degli edifici. Un altro edificio disabitato è stato transennato a causa del rischio di crollo, mentre un ponte nella frazione di Giglioli ha subito danni ed è stato chiuso parzialmente al traffico, mantenendo un senso unico alternato. A Gallo, lungo la strada che porta al santuario dei Lattani, due muri di contenimento sono crollati, ma le macerie sono state rimosse tempestivamente.

Infine, ieri gli esperti di staticità della Regione Campania hanno esaminato la situazione degli edifici scolastici, in particolare della scuola media “Nicola Amore”, che presenta lesioni preoccupanti. Si attende una relazione sulla sua conformità sismica e stabilità strutturale da parte dei tecnici, anche se le prime informazioni sembrano positive. Le lezioni potrebbero riprendere lunedì. Un incontro è stato programmato per lunedì presso la Direzione generale Lavori Pubblici e Protezione Civile della Regione per valutare e stimare i danni.

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