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“Eclissi artificiali: ecco come le creiamo e perché”. La rivelazione dell’Agenzia Spaziale Europea

Pubblicato: 16/12/2024 14:56
eclissi artificiali

Avevate mai pensato alla possibilità di creare eclissi artificiali? Ebbene, la scienza è arrivata a fare anche questo. Dopo il fenomeno dell’inseminazione di nuvole, che permette di far sì che piova in un determinato punto, arriva anche questa incredibile novità. Ad annunciarlo è stata l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in una giornata storica: il 5 dicembre, infatti, due satelliti si sono alzati in volo dalla costa orientale dell’India con una missione unica: creare eclissi solari artificiali nello spazio. Si tratta della missione Proba-3 dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che con questi strumenti rivoluzionari si prepara a riscrivere il nostro modo di osservare il Sole. Ma come fanno? E a cosa serve?
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Lo scopo della creazione di eclissi artificiali è quello di indagare a fondo la corona solare, una regione misteriosa e affascinante, da sempre fonte di enigmi per gli scienziati. Come spiega il portale GreenMe, “la corona solare ha una temperatura di milioni di gradi, molto superiore ai 5.500°C del nucleo visibile. Un fenomeno inspiegabile, che sfida le leggi della fisica come le conosciamo“. Ma non è tutto: “La corona è anche il punto d’origine dei fenomeni di meteo spaziale, come i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale. Eventi che possono disturbare le comunicazioni, danneggiare i satelliti e persino mettere in crisi le reti elettriche sulla Terra“. Per osservare questa regione così cruciale per gli esseri umani e per la vita sulla Terra, gli scienziati finora hanno dovuto aspettare ogni volta le eclissi totali di Sole. Ma dato che questi eventi naturali sono rari, hanno pensato bene di ricrearli artificialmente.

sole nero eclissi

La missione Proba-3 è composta da due satelliti: l’Occulter, che porterà un disco in grado di bloccare la luce del Sole, e il Coronagraph, che osserverà la corona da dietro l’ombra creata. Spiega Ilaria Rosella Pagliaro: “Separati nello spazio da una distanza di 144 metri, i due satelliti devono lavorare in perfetta sincronia, mantenendo un allineamento con una precisione millimetrica. Un’impresa colossale, resa possibile grazie a tecnologie avanzatissime: giroscopi, sensori stellari e propulsori a gas freddo”. Spiega Daniel Seaton, uno dei principali ricercatori coinvolti nel progetto: “È come lanciare una palla da calcio da una parte all’altra di un campo e farla atterrare esattamente su una monetina“. Le eclissi artificiali non saranno visibili dalla Terra, ma verranno create nello spazio, dove dureranno fino a sei ore.

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