
Tre anni dopo la scomparsa di Liliana Resinovich, il giallo che ha sconvolto Trieste si arricchisce di nuovi dettagli. La donna, 63 anni, è scomparsa il 14 dicembre 2021 e il suo corpo è stato ritrovato il 5 gennaio 2022. Gli elementi emersi negli ultimi giorni riaccendono i riflettori su un caso ancora irrisolto.
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Il cordino e l’intercettazione
Uno dei punti chiave riguarda il cordino trovato intorno al collo di Liliana, utilizzato per fissare i sacchetti che coprivano la testa della vittima. Nicodemo Gentile, legale del fratello di Liliana, ha parlato di un’intercettazione ambientale effettuata nell’auto del marito, Sebastiano Visintin, nel marzo 2022. Durante una conversazione con un’altra persona, Visintin avrebbe discusso del cordino in modo poco chiaro.
«Dal dialogo emerge che la persona indicata come presente al ritrovamento del cordino non era realmente con lui», ha dichiarato Gentile. Secondo il legale, il marito avrebbe fornito agli inquirenti una versione dei fatti contraddittoria. Le autorità, nella richiesta di archiviazione, hanno definito «scarsamente attendibili» le dichiarazioni di Visintin.
La misteriosa tavernetta di Claudio Sterpin
Claudio Sterpin, amico o forse amante di Liliana, ha mostrato durante una trasmissione televisiva una tavernetta nascosta nella sua abitazione. Questo spazio si trova sotto casa, accessibile solo da una botola, e contiene bottiglie e figure di legno per il presepe. Sterpin ha spiegato che Liliana conosceva questi luoghi e che li aveva visitati in passato.
«Non ricordo se la polizia è entrata qui durante i controlli», ha detto Sterpin. L’uomo ha dichiarato che le forze dell’ordine avrebbero effettuato sopralluoghi «in modo superficiale».
La resina sotto la scarpa
Un altro elemento che solleva interrogativi riguarda le scarpe di Liliana. Un esperto ha analizzato le suole, trovando tracce di resina ma nessun segno di terra o fango. Questo dettaglio suggerisce che la donna non abbia camminato nel luogo dove è stata ritrovata, ma che sia stata portata lì successivamente.
Le ipotesi degli amici
Durante un sit-in organizzato in memoria di Liliana, l’amica Gabriella Micheli ha avanzato una teoria inquietante. «Lilly è stata uccisa da un gruppo di persone», ha detto Micheli, aggiungendo che tra di loro ci sarebbe stato qualcuno con conoscenze mediche.
Gli amici e i familiari di Liliana continuano a chiedere giustizia, sperando che le nuove rivelazioni possano portare a una svolta nel caso. «Non ci fermeremo finché non avremo risposte», ha concluso Micheli.
A tre anni dalla scomparsa, il mistero di Liliana Resinovich resta irrisolto. Le nuove piste, dal cordino alla tavernetta, potrebbero fornire elementi cruciali per scoprire la verità. Gli inquirenti decideranno se approfondire questi dettagli, mentre la famiglia e gli amici di Liliana continuano a chiedere giustizia.