Una vera e propria “casa di riposo degli orrori” è stata scoperta dai carabinieri la mattina di martedì 17 dicembre a Caltanissetta. Grazie a telecamere di sorveglianza piazzate all’interno della struttura, all’insaputa dei titolari, è emerso che durante la notte gli anziani venivano immobilizzati nei letti e scherniti.
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Secondo le indagini, gli ospiti della struttura erano spesso legati con cinghie alle sedie a rotelle. Nove le persone indagate: per sei sono scattate le porte del carcere, mentre altre tre sono state sottoposte agli arresti domiciliari. Le due titolari della struttura, denominata “Santa Chiara”, erano secondo i carabinieri “consapevoli dello stato di abbandono” in cui si trovavano gli ospiti, senza però adottare alcuna misura organizzativa per migliorare la situazione.
Maltrattamenti e abusi sistematici
In una nota ufficiale, i carabinieri hanno parlato chiaramente di “maltrattamenti e sequestri contro anziani indifesi” e di comportamenti vessatori da parte del personale e dei gestori. Le ipotesi di reato includono maltrattamenti, sequestro di persona, abbandono ed esercizio abusivo di pratiche sanitarie.
Oltre alle due amministratrici, sono finiti sotto ordinanza di custodia cautelare alcuni operatori socio-sanitari. Gli stessi avrebbero installato misure di contenimento sugli anziani e, nonostante le urla di dolore e le richieste di aiuto, non sarebbero intervenuti. Le indagini sono iniziate questa estate, dopo la denuncia di una cuoca della struttura. La donna aveva notato anomalie nella somministrazione di farmaci al padre, ospite della casa di riposo. Preoccupata, aveva deciso di portarlo via e formalizzare una denuncia ai carabinieri.
Il video agghiacciante
Secondo il racconto della testimone, in un gruppo WhatsApp di lavoro venivano condivise foto offensive degli ospiti, alcuni anche denudati, accompagnate da commenti umilianti. Inoltre, diverse segnalazioni riportano che alcuni anziani non sarebbero stati lavati per tre settimane.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dalla GIP Graziella Luparello del tribunale di Caltanissetta. Lo scorso 1 agosto era stato effettuato un primo sopralluogo, durante il quale era emerso che la notte una sola persona era in servizio per l’intera struttura: un numero del tutto insufficiente rispetto agli ospiti presenti. Da quel momento, grazie a intercettazioni telefoniche e alle telecamere di sorveglianza, è stato possibile ricostruire l’intero quadro di abusi che ha portato, oggi, alle prime misure cautelari.