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Concerto di Capodanno, cantanti schierati per difendere Tony Effe: “Stop artisti politicizzati”

Pubblicato: 19/12/2024 12:12

Udite udite, signori e signore: la musica italiana sembra essersi finalmente risvegliata! Dopo anni trascorsi all’ombra dei potenti politici, con scarsa o nulla presa di posizione sui temi scottanti, oggi i cantanti alzano la testa. Ma non per una nuova hit: lo fanno per difendere Tony Effe, escluso dal Capodanno di Roma a causa di presunti testi “sessisti”. Uno scandalo che ha acceso il dibattito tra censura e libertà artistica.

Il Caso: Tony Effe e il Campidoglio

Il Campidoglio, sotto la guida del sindaco Roberto Gualtieri, ha deciso di escludere Tony Effe dal palco del Circo Massimo per il concerto di Capodanno. La motivazione? Testi considerati inappropriati, accompagnati da polemiche e moralismi che hanno fatto discutere. Una decisione che ha diviso l’opinione pubblica e mobilitato alcuni big della musica italiana, tra cui Vasco Rossi, Emma Marrone e Lazza, che hanno gridato alla “censura violenta”.

Emma Marrone, attraverso i social, ha dichiarato: “La musica è libertà, provocazione e sentimento! Nessuno dovrebbe essere escluso solo perché non piace ai potenti di turno!”. Un pensiero condivisibile, anche se il tempismo fa riflettere: dov’erano queste voci quando altre forme di censura colpivano artisti meno noti?

La Reazione dei Cantanti

Lazza ha rincarato la dose: “Non possiamo accettare che l’arte venga processata da chi non ha mai scritto una rima”. Mahmood, invece, ha fatto un passo in più: si è ritirato dall’evento in segno di solidarietà con Tony Effe. Gesti forti, ma forse tardivi. Per anni, molti artisti hanno preferito evitare il confronto, mantenendo un silenzio compiacente verso le scelte politiche. Ma dov’era questa stessa gente quando a essere censurato è stato Povia o ad essere investita dalle polemiche è stata la Pausini? La coerenza non dovrebbe valere sempre, a prescindere dall’artista coinvolto?

Censura o Moralismo?

La vicenda pone una domanda cruciale: chi decide cosa è arte e cosa non lo è? E, soprattutto, con quale diritto? L’arte non dovrebbe mai diventare un terreno di scontro politico, eppure, in Italia, sembra accadere spesso. Il caso Tony Effe evidenzia un problema più ampio: la tendenza a utilizzare la censura come strumento per soddisfare agende politiche o calmare polemiche. La reazione della comunità musicale potrebbe essere interpretata come un tardivo risveglio. Dopo anni di conformismo, finalmente qualcuno osa denunciare una situazione che penalizza la libertà artistica. Tuttavia, questo “risveglio” dovrebbe essere accompagnato da una riflessione più profonda: l’arte non può essere selezionata in base al gradimento politico.

Il dibattito è aperto. Da un lato, c’è chi difende la libertà di espressione; dall’altro, chi chiede maggiore responsabilità nei messaggi veicolati dalla musica. Ma una cosa è certa: l’arte non dovrebbe essere strumentalizzata, né piegata alle logiche del potere. Forse, è davvero giunto il momento per i cantanti di abbandonare il conformismo e abbracciare una coerenza che vada oltre le mode del momento. E al pubblico, il compito di vigilare, di ascoltare, e di scegliere cosa merita davvero il palco.

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Ultimo Aggiornamento: 19/12/2024 12:13

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